Alonso in McLaren spinge Raikkonen sulla Ferrari

L’iridato nel 2007 con gli inglesi: «Sfida tremenda». Ron Dennis: «Saremo i migliori». Ma il finlandese non potrà stare con Fernando

Benny Casadei Lucchi

La verità è che la McLaren ha deciso d’imitare la Ferrari del lustro più vincente di sempre. Solo così si spiega la decisione di patron Ron Dennis di annunciare nel giro di una settimana, prima di aver catturato il super sponsor telefonico che ancora per un anno coprirà la Rossa, poi di aver preso il super pilota campione del mondo che ancora per un anno difenderà i colori della Renault. Lo ammette lo stesso Dennis: «Vogliamo essere i più forti e l’unico modo per diventarlo è avere in squadra i migliori piloti e i migliori sponsor». Sott’inteso: che poi pagano i migliori piloti. Perché gli oltre 50 milioni di euro che verranno sganciati dalla Vodafone per colorare le frecce d’argento a questo servono: a dare lo stipendio al campione del mondo per i prossimi tre anni (i guadagni di Fernando in chiave 2006 sono già attorno ai 40 milioni l’anno, 25 di contratto, il resto sponsor).
Il big deal, il grande affare, è per tre. Per la McLaren, per Alonso, per Flavio Briatore. Impossibile pensarlo triste causa la futura perdita del ragazzo prodigio: perché senza il suo benestare, il ragazzo non sarebbe andato da nessuna parte. Briatore tiene da anni in mano quello che in gergo calcistico è il cartellino del pilota. Ne gestisce la carriera. Tanto più che se c’è un personaggio in F1 che a Briatore non ispira simpatia a quintali è proprio Ron Dennis. Mai gli avrebbe regalato il pupillo. E anche qui la McLaren sembra la Ferrari: proprio Briatore, a fine ’95, diede Schumi alla Rossa in cerca di resurrezione.
Il manager italiano si è eclissato e preferisce non parlare, parlano gli altri. «È un sogno correre per un team che ha un simile desiderio di tornare al successo - dice infatti Alonso -. Una fantastica opportunità e sono felicissimo di averla colta. È come se iniziassi di nuovo: si tratta di una sfida tremenda per le responsabilità che comporta. Ovviamente mi rattrista sapere che lascerò la Renault, ma non potevo farmi sfuggire questa opportunità. Sono contento, poi, che si sia potuto fare questo annuncio con largo anticipo: così posso concentrarmi al 100% sulla prossima stagione per difendere il titolo». La Renault, nella persona del presidente F1, Patrick Faure, sembra incassare con stile l’annuncio: «Assieme abbiamo condiviso e conquistato successi storici; certo, mi dispiace apprendere la sua decisione, ma con il 2006 saranno 5 gli anni con Alonso. Fa parte della vita cercare nuove sfide...».
Resta il fatto che dal 2007 molte cose potrebbero accadere in casa francese a cominciare da un ridimensionamento dell’impegno in F1 (potrebbe fornire solo i motori). Anche perché il gran capo della Régie, Carlos Ghosn, ha dichiarato che la Renault sarebbe rimasta in F1 fin tanto che questa avesse consentito di vendere più auto. Ebbene, in ottobre, si è registrato un calo del 12%, il peggiore dal 1985.
Al di là, però, del volemose bene, dei sorrisi a tutto tondo degli Alonso, dei Briatore, dei Ron Dennis, la verità vera è che il futuro passaggio di Fernando spinge tra le braccia del presidente rossovestito Luca di Montezemolo, e di monsieur Jean Todt, il signor Kimi Raikkonen.

Benché in passato la McLaren ci abbia abituato a coppie terribili e ambiziose come Prost e Senna, difficile pensare a una convivenza Alonso-Raikkonen. Tanto più che il finnico, pare, sembra, si dice e qualcuno giura, ha già in tasca un pezzo di carta molto rampante.

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