Montreal - Fernando Alonso è il pilota più vincente fra quelli in attività. Forse è il pilota più amato dagli italiani. Certamente è l’unico, con Schumi, capace di migliorare i team per cui corre. C’è riuscito anni fa con la Renault; ha concesso il bis nel 2007 con la McLaren, poi lasciata dopo i noti screzi. Gli inglesi ancor oggi vivono di rendita, Hamilton incluso. Che sentitamente lo ringrazia.
Perdoni, signor Alonso, come si vive nella serie B della F1?
«Non sono in serie B, diciamo in mezzo al gruppo».
Un due volte campione del mondo in mezzo al gruppo? Mica bello.
«Però la mia Renault è migliorata. Abbiamo perso un anno di sviluppo, ma ce la faremo a tornare. Darò a questa squadra più di quanto abbia mai dato in passato... La F1 è uno sport difficile. Pensate a Schumacher: arrivato alla Ferrari con due titoli mondiali in tasca, impiegò cinque anni per tornare a vincere campionati».
Qui l’ha seguita tutta la sua famiglia: moglie, padre, madre… Ha bisogno di conforto?
Sorride. «No, tutto dipende da me. È che a Montreal ci sono negozi meravigliosi. I miei vengono a far shopping».
Le tensioni, i litigi, i sospetti in McLaren della passata stagione...
«Passati. Sto anche imparando cose nuove: per esempio la lotta a centro gruppo. Mi servirà in futuro: per essere ancora migliore... E comunque, rispetto al 2007, ora sono felice. Diciamo che mi sto ricaricando per essere, l’anno prossimo, più forte che mai».
Fernando, meglio vincere in un team dove si sta male e si litiga con i capi e il compagno (la McLaren dello scorso anno, ndr) o meglio non vincere ma star bene in squadra, essere, per usare le sue parole, felice?
«Meglio vincere le gare. Conta solo questo. Punto. Un pilota ha bisogno di sentirsi bene, di sentirsi appoggiato e felice in squadra. Alla fine, però, in tutti gli sport, importa la vittoria. Perché se vinci sei campione del mondo».
Valentino Rossi ha detto che la stima molto, che sa e comprende quanto ha sofferto in McLaren. E dire che fra voi, giusto tre anni fa, sembrava esserci tensione.
«Mi fa molto piacere saperlo».
Sorpreso?
«No, Valentino è forte e simpatico. Ricordo che all’epoca mi propose una sfida moto, F1 e rally per provare a battermi. Non accettai... anche perché in sella a uno moto non avrei fatto più di cinque metri... Lo rispetto e stimo molto, è un piacere vederlo correre, e mi entusiasma sapere che mi segue».
Raikkonen ha appena detto che potrebbe ritirarsi a fine 2009. Ci crede? Crede che un pilota possa mollare tutto quando è al top? Per di più su una Ferrari.
«È una sensazione estremamente personale. Capita nella carriera di pensare che quanto ottenuto sia abbastanza. Altre volte, invece, ritieni di dover restare per dimostrare ancora qualcosa. È il mio caso. Un paio di anni fa pensavo che mi sarei ritirato presto: avevo vinto due titoli mondiali, sentivo di voler provare nuove sfide fuori dalla F1. Adesso, invece, la penso diversamente: voglio assolutamente continuare per crescere ancora, per vincere ancora, per dimostrare che sono io il migliore».
Da tempo si accosta il suo nome alla Ferrari, alla Bmw.
«Lo so, e penserò anche a questo. Ma adesso ho troppe cose da fare sulla mia macchina... Concentrarmi su altro mi disturberebbe».
Ma potrebbe restare in Renault nel 2009?
«Difficile dire qualcosa adesso: deciderò nella parte finale della stagione».
Se però Kimi decidesse di non ritirarsi, lei potrebbe convivere in squadra con un pilota forte come lui?
«Per me è perfettamente possibile stare in un team con un altro pilota molto competitivo. Anzi, penso che sia addirittura meglio: perché significa che in quella squadra lavorano solo i migliori. E poter contare su due piloti molto forti, vuol dire che il team ha sempre due possibilità per vincere il titolo».
Le cose brutte della F1 di cui parla Raikkonen?
«I troppi viaggi. Gli impegni. Dopo il Canada, martedì lavorerò con uno sponsor, giovedì pure, domenica anche. Poi i tre giorni di test a Barcellona, quindi il Gp di Magny Cours. E ancora: la pressione dei media fuori dai circuiti, il gossip. Vale per me, vale per Kimi: non possiamo andare a cena a divertirci che tutto finisce sui giornali».
Come vede la lotta per il titolo?
«Fra quelli che se lo giocano (Hamilton, Raikkonen e Massa, ndr), Kimi è certamente il migliore.
Come?
«Proprio così. Solo che la Bmw non è ancora da mondiale».
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