Altolà di Napolitano all’abuso di intercettazioni

Il capo dello Stato sul caso Rai-Mediaset: "Finché c’è il segreto istruttorio gli atti devono restare riservati". L’Ordine convoca i giornalisti coinvolti. L’Authority apre un’istruttoria Viale Mazzini: "Garantisti fino all’ultimo"

Altolà di Napolitano all’abuso di intercettazioni

Roma - Chiuse a chiave, nascoste, lasciate in un cassetto. È lì che secondo Giorgio Napolitano, in uno Stato di diritto, dovrebbero rimanere i verbali giudiziari delle trascrizioni telefoniche. Lì, non sui quotidiani. «Oggi ho fatto appena in tempo a dare un’occhiata ai titoli dei giornali - dice il presidente -. In linea di principio le intercettazioni sarebbe bene che restassero dove devono restare, almeno fino a che c’è il segreto istruttorio». Napolitano quel concetto l’ha già messo nero su bianco al Csm. In mattinata lo ripete nel corso della cerimonia di consegna dei premi De Sica, preoccupato forse pure per le ricadute politiche immediate sul dialogo per le riforme: proprio l’altro giorno il capo dello Stato aveva detto di «ammirare il clima bipartisan del sistema tedesco». Il presidente «non parla del caso specifico» ma di un principio «incontestabile», precisano più tardi dal Quirinale, dove però nel pomeriggio, magari con notizie di prima mano, sale il numero uno della Rai Claudio Petruccioli.
Forza Italia applaude il Colle. «Le intercettazioni su Rai-Mediaset sono un’operazione di sciacallaggio contro Berlusconi - scrivono in una nota Bondi, Cicchitto e Brunetta - e apprezziamo le parole del presidente sulla necessità di evitarne l’indebito utilizzo, come abbiamo fatto in passato quando riguardavano la sinistra». Bene Napolitano anche per Clemente Mastella: «La libertà delle persone va garantita facendo in modo che non si pubblichi tutto ciò che non rientra nello schema penale».
La bufera non si placa. Mentre Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, vuole «restituire l’onore al servizio pubblico» perché «emerge un quadro grave da non minimizzare», Petruccioli convoca il cda per giovedì prossimo, 29 novembre. «Saremo garantisti fino all’ultimo - sostiene Claudio Cappon, il direttore generale - fino all’accertamento dei fatti. Ma se saranno effettivamente riscontrati errori, agiremo di conseguenza come per Calciopoli e Vallettopoli». Si muove la Vigilanza, che sentirà Cappon e il suo predecessore Flavio Cattaneo. Si muove pure l’Agcom. «Abbiamo aperto un’istruttoria - racconta il presidente Corrado Calabrò - e in base ai riscontri decideremo quali interventi adottare». E si muove l’Ordine dei giornalisti del Lazio, che ha convocato Fabrizio Del Noce, Clemente Mimun, Francesco Pionati e Bruno Vespa. «Abbiamo chiesto alle autorità la documentazione necessaria per accertare eventuali responsabilità», spiega il presidente Bruno Tucci.


Ma per Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset, è solo fumo: «È un pericolo per la democrazia se, con un Pontefice in fin di vita, due grandi poli tv in concorrenza si parlano per coprire al meglio un evento di tale portata?».

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