da Milano
Lemergenza gas di due anni fa ci è costata tra i 90 e i 100 milioni di euro, ha detto ieri il presidente dellAutorità per lenergia, Alessandro Ortis, nella sua audizione alla Camera. Di questi, «alla sola Enel sono stati riconosciuti circa 66 milioni a titolo di reintegrazione dei maggiori oneri sostenuti per lutilizzo delle centrali elettriche alimentate a olio combustibile, con conseguente aggravio pagato in tariffa dai consumatori». E lo «scherzo» potrebbe ripetersi questanno, se si dovesse ribadire la scarsità di forniture di gas dalla Russia per colpa di un inverno rigido o di interruzioni ai flussi come accadde appunto in seguito al contenzioso tra Mosca e lUcraina.
«Si tratta di seguire le varie situazioni e augurarsi che non succeda niente anche per i flussi di approvvigionamento» ha commentato Ortis, avvertendo che «il sistema potrebbe non essere in grado di far fronte alla domanda». Anche questanno, infatti, in caso di carenza di gas si dovrà ricorrere allolio combustibile (che è più costoso) per alimentare le centrali: e a pagare saranno i consumatori. Le misure stagionali per tamponare il rischio di black out sono onerose «in termini ambientali ed economici» ha ricordato Ortis. E non bisogna dimenticare che nel frattempo il costo dei combustibili è cresciuto.
Daltro canto, se lAutorità promuove le misure prese dal governo per accelerare la costruzione dei rigassificatori («si tratta di un primo passo avanti»), avverte pure che «non possiamo aspettarci la piena soluzione delle criticità attuali o una forte accelerazione nella costruzione di nuove infrastrutture». Ortis ha infatti aggiunto che un «ruolo importante, in questo stallo di investimenti, è quello delle opposizioni locali». Per superare questo ostacolo il presidente dellAuthority propone un sistema di «convenienze e penalizzazioni conseguenti alle decisioni assunte».
Ortis ha però attaccato anche su un altro fronte, diventato ormai tradizionale: quello dellEni. «Un sistema del gas adeguato allattuale domanda dovrebbe disporre di almeno 130 milioni di metri cubi al giorno aggiuntivi di offerta; questo è un valore molto rilevante se confrontato con gli investimenti in corso», ha aggiunto, spiegando che «gli investimenti in corso per aumentare lofferta produrranno 60 milioni di metri cubi di gas al giorno in più». Eni è ancora «loperatore dominante in tutte le attività della filiera e controlla anche tutte le infrastrutture estere di accesso al mercato italiano». L«inerzia» di Stogit (società dellEni che gestisce gli stoccaggi, ndr) nellaumento della capacità di stoccaggio del gas «non può essere imputabile né alla scarsità di risorse economiche» visto che le tariffe generano «da anni cospicui utili sistematicamente destinati per la quasi totalità a dividendi, né a scarsità di risorse tecniche.
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