Un’altra ondata di consulenti esterni

Walter Veltroni, leader «in pectore» del Partito democratico, criticato da più parti perché negli ultimi mesi al ruolo di sindaco ha spesso privilegiato quello di «guru» del nuovo centro-sinistra, per quanto riguarda gli affari cittadini non se ne sta comunque con le mani in mano. Anzi, addirittura tra luglio e i primi di agosto s’è dato un gran da fare per licenziare assieme alla sua giunta nuovi atti amministrativi di indubbio rilievo finanziario. Grazie a quegli atti, infatti, è in arrivo, in ausilio alla già mastodontica macchina burocratica capitolina, una schiera di 43 nuovi consulenti, tra funzionari amministrativi, dirigenti e collaboratori tecnici. E costerà all’erario comunale altri 2 milioni e 250mila euro. Dove l’aggettivo «altri» sta ad indicare che dall’inizio dell’anno la giunta Veltroni ha già licenziato provvedimenti per l’ingaggio di ulteriori contrattisti e fiduciari per una cifra complessiva di 6 milioni e 774mila euro.
In pratica nell’anno in corso e per contratti in scadenza a fine 2008, la pubblica amministrazione capitolina, solo per consulenze e collaborazioni, sfiorerà un impegno di spesa di 10 milioni di euro. Di questa intera quota 4 milioni e 539mila euro serviranno a pagare stipendi e oneri accessori degli istruttori amministrativi cui sono stati prorogati i contratti a termine per far fronte alle carenze di organico, un altro milione e 450mila euro verrà impiegato per garantire gli stipendi al personale comandato presso il Consiglio comunale. Eppure, malgrado l’impegno cospicuo di finanze, la giunta capitolina precisa che il numero di contrattisti rispetta i dettami prestabiliti dallo statuto comunale. Ossia, tutti i consulenti nominati fanno sempre riferimento a quella soglia del 5 per cento della dotazione organica dell’area direttiva e del 15 per cento di quella strettamente dirigenziale. A fare il pieno di fiduciari, oltre ai gruppi politici consiliari che si affidano spesso a un piccolo esercito di comandati da altre amministrazioni, aziende ed enti pubblici, ci sono gli assessorati e l’ufficio extradipartimentale della Comunicazione: l’ufficio stampa per intenderci. Che si porta a casa 7 professionisti di quei 43 neo-nominati, ognuno dei quali costa all’erario sui 38mila euro annui a meno di eccezioni che fanno proliferare la spesa sui 50mila. Niente male per gli ingaggi dell’avvocatura. Per 8 istruttori amministrativi si impegneranno circa 360mila euro.
Ma passiamo agli assessorati. Per essere coadiuvato nella propria mansione quotidiana l’assessore al Commercio Gaetano Rizzo ha deciso di avvalersi della collaborazione di 4 nuovi assistenti per 236mila euro annui. Più modico l’impegno di spesa di cui si avvale l’assessore alla Scuola Maria Coscia, solo 174mila euro - si fa per dire - per retribuire i suoi 4 collaboratori. Tutto personale docente comandato. Comunque non sono da meno anche gli altri assessorati. Chi più chi meno, avvalendosi dell’«escamotage» della nomina fiduciaria, non è rimasto indietro nel prodigarsi in nuovi incarichi.

Così come i gruppi consiliari: che brulichino o no di eletti, oltre al personale di segreteria, strada facendo si arricchiscono di nuovi collaboratori fidati. Un esempio per tutti: i Popolari Udeur nell’ultimo mese di luglio sono ricorsi già a 2 nuove nomine. Una sola è andata a Rifondazione comunista e all’Ulivo per Veltroni.

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