da Milano
Si parla di altri 1.500 esuberi... Claudio Claudiani, segretario generale della Fit-Cisl, si aspettava un avvio più morbido per lintervista sul risanamento dellAlitalia. La risposta è quasi irritata: «E quando mai, e dove stanno?»
Si tratta di esodi agevolati, per la precisione
«Smentisco clamorosamente. Se ci sono condizioni perché la compagnia lubrifichi delle uscite, come è già stato fatto con molti dirigenti, altri esodi forse verranno. Ma questo non è affatto nellimpianto dellaccordo».
E perché se ne parla, allora?
«Credo che sia un calcolo perverso: si è diviso il risparmio concordato, fino a 65 milioni, per il costo unitario medio, e si è ottenuto questo numero. Sa che cosa le dico?
Che cosa?
«Che si stanno sparando cifre in libertà».
La sostanza è diversa?
«Abbiamo concordato misure per migliorare la produttività e per valorizzare gli asset e le attività. I progetti relativi saranno varati entro il 28 ottobre e saranno avviati con il 2006. Le aree dintervento sono la gestione, lorganizzazione, complessivamente il tema delle risorse».
Del nuovo piano che cosa ne dice?
«Non siamo entrati nel merito, se non per la nostra parte. Il piano serve in definitiva per ricapitalizzare la compagnia e darle continuità aziendale. Alitalia è aggredita dalle low cost in Italia e in Europa, e la sua competivività va sostenuta».
Cè già polemica sullipotesi di ipotecare la flotta
«Unipoteca è sempre dolorosa, ma dobbiamo pensare che laumento deve servire allo sviluppo; dalla flotta possono venire i fondi per restituire il prestito ponte, per esempio».
Lei pensa che tra un anno ci troveremo ancora a parlare di Alitalia in crisi?
«Non sono pessimista. I segnali positivi ci sono e forse proprio oggi si è imboccata una nuova fase».
Qual è il suo giudizio su Giancarlo Cimoli?
«Non aveva alternativa a quello che ha fatto. La compagnia ha bisogno di stabilità e non di avvicendamenti. Ed è giusto, peraltro, che lazionista chieda conto del raggiungimento degli obiettivi».
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