Le regole sul football americano da sapere se seguirai il Super Bowl 2023
9 Febbraio 2023 - 08:03In previsione della finalissima di domenica notte, ecco alcune delle regole fondamentali del football americano da conoscere per apprezzare al meglio il grande spettacolo del Super Bowl LVII, la partita seguita da tutta l'America

Ora che ci siamo messi alle spalle la pantomima del Pro Bowl, l’all-star game del football che sembra interessare solo alla NFL, inizia sul serio la Super Bowl Week, la settimana completamente dedicata all’avvicinamento all’evento sportivo dell’anno, quello che per una volta all’anno unisce in maniera totalizzante un paese enorme e incredibilmente diviso come gli Stati Uniti. Vista l’importanza dal punto di vista culturale ed il fatto che è disponibile in chiaro anche dalle nostre parti, magari qualcuno di voi, incuriosito dall’atmosfera e dall’halftime show, potrà anche azzardarsi a vedere questa partita molto particolare. Per chi è cresciuto a pane e fuorigioco, l’esperienza del Super Bowl è sicuramente aliena, tra azioni che durano pochi secondi, frequentissime pause pubblicitarie e decisioni che lasciano un attimo interdetti tutti tranne gli iniziati a questo gioco estremamente americano.
Per rendervi in grado di apprezzare al meglio un evento culturale e sportivo assolutamente eccezionale, abbiamo deciso di rispondere ad alcune delle domande che chiunque non abbia mai visto una partita di football è solito fare. Cercheremo di farlo in maniera quanto più semplice possibile ma allo stesso tempo senza semplificare troppo le particolarità di questo gioco allo stesso tempo incredibilmente semplice e sofisticato come pochi altri. Si narra di come Ettore Messina, allenatore di basket tra i più eruditi, dopo aver passato una giornata nel training camp di una squadra di football tornò alla base quasi sconvolto dal livello di studio, precisione e attenzione ai dettagli dietro a quelle azioni che durano pochi secondi. Speriamo che con qualche informazione in più, sarete anche voi capaci di apprezzare la poesia e la bellezza di questa combinazione unica tra forza, tenacia, velocità, precisione e genialità chiamata football.
Che differenza c'è tra rugby e football?
Si farebbe forse prima a dire quali siano le similarità tra questi due giochi estremamente diversi ma dalle radici simili. La palla è ovale e sembra uguale anche se ci sono alcune differenze fondamentali delle quali parleremo più avanti ma le regole sono molto diverse, come alcuni concetti di base. La differenza più evidente è forse nel fatto che l’avanzamento della palla nel rugby avviene in maniera continua fino a quando non viene commesso un fallo o la palla esce dal campo. Nel football, invece, ogni volta che un giocatore è placcato, il pallone tocca terra o viene commesso un fallo, l’azione è interrotta.

La seconda differenza fondamentale è che nel rugby è impossibile per un giocatore passare la palla ad un compagno che si trova più avanti, solo indietro. Nel rugby puoi calciare la palla ma questo significa consegnarla all’avversario o giocarsela dalla rimessa in campo. Nel football, invece, è consentito ai giocatori dietro alla linea dalla quale inizia l’azione (la linea di scrimmage) di fare passaggi in avanti con le mani, consentendo quindi di conquistare molto territorio in una sola azione. Alcuni si sono azzardati a dire che il rugby assomiglia alla guerra di trincea mentre il football è più simile alla blitzkrieg, la guerra di movimento, un paragone azzardato che comunque dà meglio l’idea delle differenze tra gli sport.
Altra differenza fondamentale è che nel rugby i quindici giocatori in campo, come nel calcio, fanno sia l’attacco che la difesa mentre nel football quando si passa dalla fase d’attacco alla difesa, cambiano completamente i giocatori in campo. Un roster di football è composto di solito da 52 giocatori, mentre una squadra di rugby ne ha al massimo 25. Insomma, le differenze sono tantissime ma ci sono anche punti in comune sconosciuti ai più. Il passaggio laterale, comunissimo nel rugby, è assolutamente legale nel football, anche se non viene quasi mai usato perché considerato troppo pericoloso. Stesso dicasi per il drop kick del rugby, ammesso con qualche modifica dal regolamento NFL ma usato in rarissime occasioni in partita.
Come si gioca a football?
Domanda che avrebbe bisogno di un libro per una risposta un minimo esauriente ma proverò a non tirarmi indietro. Fondamentalmente lo scopo del football è portare la palla oltre la linea di meta, segnando quello che viene definito touchdown, l’equivalente della meta nel rugby. Invece di riuscirci tramite azioni manovrate, composte da numerose fasi di spinta in sequenza, come nel rugby, lo scopo è di conquistare almeno dieci yards in quattro downs o tentativi. Se non riesci a farlo, “muovendo la catena” che segna appunto le dieci yards, il possesso passa all’avversario, che ha quattro downs a sua disposizione.
I modi di conquistare terreno sono fondamentalmente due: attraverso un’azione di corsa dalle retroguardie o un passaggio in avanti, solitamente fatto dal quarterback, il giocatore più bravo a passare il pallone con le mani. Il passing game è allo stesso tempo il più efficace, il più spettacolare ed il più pericoloso, visto che i giocatori della difesa cercheranno di anticipare le mosse dei ricevitori ed intercettare il lancio, con conseguenze spesso devastanti. Si può anche segnare tramite un field goal, un calcio piazzato o in altri modi ma l’obiettivo principale dell’attacco è segnare un touchdown, che vale sei punti. A questo punto l’attacco ha due opzioni: calciare un punto addizionale o provare un’azione da due punti, ovvero un’altra meta, partendo dalla linea delle 2 yards. Questa aggiunta al regolamento, introdotta nel 1994, sta guadagnando sempre più spazio nel football moderno, sempre più diretto dalle cosiddette analytics, la scienza dei dati applicata al gioco. Chi segna più punti nell’arco del tempo regolamentare vince.
Come è fatta la palla del football?
Il pallone da rugby e da football sono molto simili ma non del tutto uguali. Entrambe sono ovali e lunghe undici pollici, ovvero 27,94 centimetri, ma hanno una forma diversa. Il pallone da football è appuntito, mentre quello da rugby è rotondo alle estremità, cosa che li rende molto differenti mentre si muovono nell’aria. Il pallone da football è più aerodinamico mentre quello da rugby ha la tendenza a rotolare nell’aria, il che rende complicati i passaggi in avanti o i calci. La differenza si vede nel corso della partita: nel football il modo migliore di passare è con un ampio movimento del braccio dall’alto verso il basso e uno scatto del polso che crea la cosiddetta “spirale”, così da stabilizzare la palla mentre viaggia in avanti. Questo consente ai quarterback più dotati di fare passaggi millimetrici di decine e decine di yards, che finiscono letteralmente nel “canestro” (basket) del ricevitore. La palla da rugby, molto più nervosa ed instabile, viene passata per pochi metri, sempre lateralmente e con un movimento dal basso verso l’alto, così da essere più precisa. Quando invece si deve tentare lanci da un lato all’altro del campo o calci di liberazione si cerca di farla roteare con più regolarità possibile, sperando che le cose vadano al meglio.
Quanto dura una partita di football?
Questa è abbastanza facile: una partita di football dura quattro quarti da 15 minuti l’uno. La fregatura c’è, visto che stiamo parlando di tempo effettivo e di uno sport nato e sviluppato ad uso e consumo dei broadcasters, che pagano cifre da capogiro per trasmettere le partite della NFL in chiaro. In realtà le cose sono decisamente più complicate: in media un quarto dura circa 44 minuti, il che porta la lunghezza di una partita attorno alle due ore e 58 minuti, incluse le molte pause e l’intervallo. Come mai dura così tanto? Perché nel corso di un tempo di una partita sono concesse un minimo di dieci pause pubblicitarie: una tra i due quarti, una quando si arriva a due minuti dal termine del tempo (il cosiddetto two minute warning) ed otto distribuite nel corso dei due quarti.
Ogni tanto succede che i vari drive, ovvero le sequenze di azioni d’attacco, durino molto a lungo, il che costringe le televisioni a concentrare le pause pubblicitarie nel finale del tempo. Altre volte la lunghezza della partita è influenzata dalla tattica delle squadre, che possono giocare ad allungare o accorciare il tempo per garantirsi la vittoria, il cosiddetto time management, elemento essenziale di un buon allenatore NFL. Specialmente negli ultimi cinque minuti della partita, ogni volta che un giocatore esce di campo il cronometro viene fermato, il che allunga la durata dell’azione. A complicare il calcolo poi ci si mette la moviola in campo, la regola che obbliga gli arbitri a valutare ogni segnatura e le challenges degli allenatori quando una decisione arbitrale non li convince.
Sebbene la lega stia facendo il possibile per rendere il football più sicuro, avere giocatori da cento e passa chili che si scagliano l’uno contro l’altro alla massima velocità non è il massimo in quanto a sicurezza. I cosiddetti injury timeouts sono ormai entrati a far parte del calcolo della lunghezza della partita, allungandola spesso di molti minuti. La cosa, però, non dispiace più di tanto alle televisioni, che colgono l’occasione per inserire qualche spot pubblicitario solitamente molto ben pagato. Nel caso del Super Bowl, poi, l’intervallo tra il primo e il secondo tempo dura molto più dei soliti 15 minuti, visto che l’halftime show è decisamente più lungo e che ci vuole diverso tempo per montare e smontare il complicato palco nel mezzo dello stadio. Gli ultimi sette Super Bowl sono durati in media tre ore e 38 minuti, ovvero quasi mezz’ora in più della media di una partita di regular season.
Cosa dice il quarterback?
Uno degli elementi più caratteristici del football è sicuramente l’immagine del quarterback, chinato dietro al centro che urla a gran voce comandi secchi prima di ricevere il pallone in mano, nel cosiddetto snap. Se la cosa fa ridere molti osservatori occasionali del football, l’argomento è trattato con estrema serietà dagli esegeti della tattica e fa parte di una vera e propria scienza, quella della cosiddetta cadence. Quei comandi che il quarterback urla sono una serie di segnali predeterminati con i quali dà il tempo al suo attacco, segnando le fasi dell’azione decisa dal play caller, ovvero l’allenatore che si occupa dell’attacco e comunicata nel corso dell’huddle, quando i giocatori si riuniscono attorno al QB per ricevere gli ordini. Se nelle squadre giovanili o nelle varie high school, la cadence è normalmente molto semplice, quando si arriva al college o nel football professionistico si aprono spazi di sofisticazione allucinanti.
Quelle sequenze di colori o parole chiave, che variano da squadra a squadra, sono non solo un linguaggio in codice ma anche un gioco psicologico molto raffinato per ingannare la difesa avversaria a muoversi in anticipo sullo snap, il che porta inevitabilmente ad una neutral zone infraction, un fallo che viene punito dagli arbitri con cinque yards di penalità. Ad esempio, ripetere tre volte una parola mentre di solito lo si fa due volte prima dello snap può ingannare la linea difensiva. Allo stesso tempo, però, se la comunicazione con la linea d’attacco non è ideale, un giocatore potrebbe muoversi in lievissimo anticipo, commettendo quindi una false start, penalità punita anch’essa con cinque yards e la ripetizione del down. Variazioni spesso impercettibili della cadence possono poi segnalare all’attacco che il quarterback ha deciso di cambiare schema, improvvisando un’azione nel cosiddetto audible, spesso segnalato con parole chiave tipo “kill, kill” o un colore specifico, solitamente nero o rosso. Insomma, uno dei tanti dettagli che rendono il football uno sport incredibilmente complicato.
Come si segna un touchdown?
In questo caso è la parola stessa ad ingannare lo spettatore occasionale del football. Nonostante voglia dire letteralmente “toccare il terreno”, nel corso della lunga storia del gioco le regole sono cambiate, differenziandole dal rugby, nel quale, in effetti, per segnare una meta bisogna “schiacciare” il pallone nella zona di meta. Nel football, invece, basta che il pallone tocchi il piano immaginario che si estende in alto dalla linea di meta, anche di un solo millimetro, per assegnare i sei punti. L’espressione nel regolamento è particolare: “breaking the plane”, il che è molto diverso dalla goal line technology del calcio, che ad esempio prevede che la palla debba aver completamente attraversato la linea per essere considerata gol. La questione, visto che in palio ci sono punti che spesso decidono le partite, è fonte di enormi discussioni e infinite controversie nonostante la tecnologia abbia fatto passi avanti da gigante negli ultimi anni.

I “piloni”, ovvero i cilindri colorati messi all’angolo della linea di meta sono considerati parte del “piano” e sono stati dotati di diverse telecamere per aiutare gli arbitri a decidere ma non sempre le immagini sono decisive. La regola stabilisce che, se non ci sono prove incontrovertibili che la palla non ha rotto il piano l’arbitro dovrebbe convalidare il touchdown, il che spesso causa non poche discussioni nei giorni successivi alle partite. Quando invece il pallone viene lanciato ad un ricevitore, per avere una ricezione valida, il giocatore deve avere pieno controllo del pallone, toccare con entrambi i piedi o un’altra parte del corpo l’area di meta e compiere una “football move”, ovvero un terzo passo o estendere la palla per tenerla in gioco. Queste modifiche, introdotte nel 2018 per evitare le eterne discussioni su azioni controverse, non sono però riuscite a spegnere le polemiche su questa o quella decisione arbitrale. Insomma, tutto il mondo è paese.
Ci sono altri modi di segnare?
A parte il touchdown, l’altro modo principale di segnare punti è attraverso i calci piazzati, i cosiddetti field goals, che valgono tre punti. Il giocatore designato, il kicker, è decisamente diverso dagli altri, solitamente più basso, meno strutturato fisicamente e partecipa raramente agli allenamenti della squadra, visto il suo compito molto specifico. Spesso si tratta di giocatori non americani, magari ex calciatori, che si sono specializzati in questa arte molto complicata, come l’italiano Giorgio Tavecchio.
Calciare un piazzato è sempre un azzardo, specialmente quando si gioca all’aperto, dove una folata di vento può fare la differenza, ma avere un kicker affidabile è una parte essenziale di una squadra di football di successo. Oltre al field goal, si occupa anche del punto addizionale dopo il touchdown, una volta scelta obbligata ed ora vista come piuttosto conservativa nel football moderno. Nonostante sembri assurdo, il kicker non si occupa affatto del cosiddetto punt, ovvero il calcio di liberazione che si compie solitamente al quarto down per allontanare dalla propria area di meta gli avversari prima di riconsegnargli il pallone.

Non è questo però l’unico modo di segnare punti: esiste anche la cosiddetta safety, ovvero un’azione da due punti nella quale la difesa riesce a placcare un giocatore dell’attacco all’interno della propria area di meta. La difesa, poi, può anche contribuire al punteggio riuscendo a convertire in meta un pallone intercettato o recuperato dopo che un attaccante l’ha perso (il cosiddetto fumble). Il nirvana della difesa, la famosa pick six, è il sogno nemmeno troppo nascosto dei difensori e l’incubo degli attacchi, un’azione talmente devastante da decidere spesso del destino di una partita in pochi secondi.
Che succede in caso di parità?
Il football non ha mai visto con molta simpatia l’idea di pareggio ma, alle volte, è impossibile definire chi debba vincere una partita senza farla durare ore in più del normale. Quando alla fine dei quattro quarti regolamentari il punteggio è in parità, si procede quindi con l’overtime, i supplementari. Al contrario del calcio, si tratta di un solo tempo supplementare, normalmente di dieci minuti, alla fine del quale se le squadre rimangono in parità, viene assegnato un pareggio. Questo succede nella regular season ma non nei playoff, partite ad eliminazione diretta che devono necessariamente avere un vincitore. Nella post-season, l’overtime dura 15 minuti e in caso di parità si continua ad oltranza fino a quando una delle due squadre non è avanti.
Vista una serie di polemiche nel corso della scorsa stagione, i Philadelphia Eagles e gli Indianapolis Colts hanno proposto una serie di modifiche al regolamento, approvate 29-3 dai proprietari delle franchigie NFL. Nel corso di questa stagione non si è mai andati ai supplementari nei playoff, quindi se ci si arrivasse al Super Bowl sarebbe la prima volta in assoluto. Per evitare che una delle due squadre vinca senza avere la possibilità di segnare almeno una volta, segnare un touchdown sul primo possesso non chiuderà la partita. Se il punteggio rimanesse in parità dopo un possesso da parte di entrambe le squadre, la prossima a segnare vincerà la partita. Per evitare di allungare ancora le operazioni, nei supplementari non sarà concesso agli allenatori di chiamare una challenge per le decisioni arbitrali. Sarebbe certo ironico se a decidere il Super Bowl per i Chiefs fossero proprio quelle regole volute a gran voce dal front office degli Eagles undici mesi fa…
Come vedere il Super Bowl in Italia?
Come succede da molti anni, la NFL pretende che i rights holder proprietari dei diritti per un certo territorio vendano i diritti per la trasmissione in chiaro della finalissima ad un’altra emittente, così da rendere possibile a tutti vedere in diretta l’evento più seguito del football, incluso l’iconico spettacolo dell’intervallo, vero e proprio evento culturale planetario. Quest’anno, dopo diverse stagioni passate su Mediaset, il Super Bowl LVII sarà trasmesso in diretta da RaiDue a partire dalla mezzanotte e 15 minuti di lunedì 13 febbraio 2023.
Il proprietario dei diritti della NFL, lo streamer DAZN, ha annunciato che per la prima volta il Super Bowl sarà accompagnato da un programma in studio, con ospiti ed esperti in grado di riempire le tante pause pubblicitarie con informazioni e commenti graditi agli amanti della palla ovale. Gli inviati a Glendale, Arizona, produrranno una serie di programmi durante la Super Bowl Week e, probabilmente, contributi in diretta dallo State Farm Stadium, così da rendere al massimo l’atmosfera di questo evento davvero unico.