
Ripartono le nostre interviste nel mondo dei cavalli. Oggi siamo in compagnia di Fabrizio Cameli, il noto imprenditore che, nel giro di pochi anni con successi altisonanti è entrato di diritto nell’elite del galoppo italiano. Mi accoglie con semplicità nella sua azienda di Amelia, Talenti spa e dopo un buon caffè iniziamo l’intervista.
Nel 2020 è stato sulla copertina di Forbes Italia come l’imprenditore che ha trasformato le sue visioni in fatti concreti, ormai i suoi interessi spaziano dall’arredamento all’energia, dagli immobili alle casa di cura. Come nasce la passione per il cavallo, in special modo per il purosangue inglese?
"Sin da ragazzo ho sempre avuto uno stile di vita legato allo sport e alla competizione e tanti anni fa in un maneggio scelsi di montare un cavallo bellissimo di nome Lawrence, fu un’esperienza a dir poco spaventosa. Premetto che all‘epoca la mia capacità di montare un cavallo era solo fuoco e prestanza fisica e nei vari maneggi ero salito su mezzosangue inglesi o maremmani di età matura ormai stanchi e telecomandati e non avevo minimanente calcolato e capito che tipo di animale fosse il fiero e bellissimo Lawrence. In sella a lui realizzai che non sapevo assolutamente andare a cavallo o gestire un puro sangue inglese di 4 anni. Appena sceso da quella furia tutta la mia famiglia disse di lasciar perdere quei cavalli tanto belli ma altrettanto imprevedibili. Respirai e contro tutti i favori del pronostico lo acquistai. La mia storia con il purosangue inglese iniziò così, a 23 anni presi un anno di lezioni convinto di coronare il sogno, possedere e montare l’animale piu fiero e gentile che avessi mai visto prima. Da quel giorno non ho piu smesso di amare queste creature fantastiche, cercando di avvicinare anche la mia famiglia a questo mondo. Il 21 ottobre 2021 ho acquistato Prichi, una femmina da Awtaad e Naseej, il mio primo cavallo da corsa che ci ha regalato la gioia di una vittoria al debutto ed il “Criterium femminile” (listed race) a Capannelle 24 giorni dopo. Da quel momento non ci siamo più fermati, insieme a mia moglie e i miei figli giriamo ippodromi ed allevamenti alla ricerca del sogno".

Non è da molto tempo che si dedica al galoppo agonistico ma già vanta diversi titoli, tra cui il più prestigioso, il Derby Italiano, vinto con Goldenas nel 2023. Ci può raccontare la storia di quel successo e cosa ha significato?
"Ha ragione, il 21 ottobre 2025 saranno quattro gli anni che la mia scuderia, con la giubba oro e argento, partecipa alle gare di galoppo. Ed è vero che in breve tempo molte gare sono state vinte dai miei cavalli ma ad oggi pur pensando a Selfish, Candid smile e Giorgine rose, il mio cuore batte forte pensando alla prima volta di Prichi ed ancor più forte quando penso a lui, il mio campione sfortunatissimo Goldenas, un bellissimo maschio baio da Golden horn e Naseej, il fratello di Prichi che il 21 maggio 2023 vinse il Derby Italiano sbaragliando gli stranieri e gli italiani più quotati. Quella domenica piansi come un bambino, un’emozione così forte e travolgente e che non ho mai provato neanche nel mio lavoro pur avendo ottenuto tanti successi. Vincere con la forza di un guerriero e l’onore di essere il numero uno non si cancella dal mio cuore… Goldenas è un grande cavallo anche se in molti non lo pensano, non mi preoccupa il giudizio di chi non sa quanto è stato sfortunato e gli infortuni che ha avuto durante la sua carriera. Ora si sta riposando e spero che ritrovi il massimo della forza per poter affrontare altre corse di livello, aspetteremo con trepidazione l’autunno consapevoli che c’è ancora il tempo per nuovi successi. Goldenas poi a fine carriera sarà uno stallone e mi auguro che tanti puledri avranno il suo sangue perchè lui, per me, non è un semplice cavallo o denaro da guadagnare. Lui è un pezzo del mio cuore e della mia anima! Amo vederlo correre per il suo coraggio, per la sua bontà, per la sua eleganza, per il suo equilibrio, per i suoi tifosi. Ho tanta voglia di rivederlo e presto lo andrò a trovare compatibilmente con le mie intense giornate lavorative".

La sua scuderia si compone di un gran numero di purosangue ed un parco fattrici molto interessante, un po’ in Italia ed un po’ all’estero. Quali sono le aspettative di medio-lungo periodo?
"Sì, credo di aver un buon numero di cavalli e puledri, belle fattrici e qualche nuovo nato di buona carta. Ho diversificato sia con le genetiche, che nelle aree in cui i cavalli si allenano, risiedono e crescono, tutto questo per avere un miglior confronto tra allenatori, allevamenti e risultati. Come le ho detto prima, sono molto determinato e innamorato di questo sport, ho voglia di vincere…tanta voglia. Questo mestiere è complesso purtroppo e non basta la volontà o la determinazione, per esperienza diretta non basta nemmeno scegliere il cavallo più bello o con la carta migliore. In questo sport non c’è spazio per l’incompetenza, c’è da lottare contro avversari forti e determinati, contro i terreni dei vari ippodromi, contro il tempo nei suoi vari generi, con le scelte più o meno azzeccate degli allenatori ed infine contro il palo d'arrivo che è artefice di gioia ma anche di tanti dolori… Per arrivare a vincere serve una squadra coesa che lotta e suda per lo stesso obiettivo, questo non è facile da creare visti gli interessi economici della maggior parte delle anime che sono vicine a questo mondo. La mia aspettativa? Vincere e poi vincere fino a scrivere il nome della mia scuderia negli albi d’oro più importanti in Italia e nel mondo e soprattutto celebrare il cavallo o la cavalla che raggiungerà questi risultati, con una certezza, rimarrà a casa per essere un grande riproduttore o una grande fattrice, queste sono le mie future aspettative".
Come vede il galoppo italiano e, da imprenditore qual è, cosa proverebbe a modificare, se ritiene ci sia qualcosa da modificare?
"Non credo di essere la persona giusta per questa domanda. Io cambierei molte cose a partire dai premi, la loro distribuzione, i tempi con cui vengono pagati e molto altro. Cambierei il tipo di allenamento senza pensare solo alle caratteristiche del cavallo ma alla sua educazione per migliorarlo nel tempo. Credo che un puledro sia come un bambino che appena uscito dal grembo di una madre ha una sua indole, ma non ha un carattere, quello si forma con gli insegnamenti, gli esempi, la dedizione. Questo secondo me andrebbe messo in pratica anche con i cavalli. Nella mia scuderia quando nascono dei puledrini io sono li ogni volta, voglio e devo esserci, faccio anche la levatrice se non arriva in tempo il veterinario. In scuderia ho visto piccolini più schivi e diffidenti altri più socievoli, ma poi con la cura e con i modi giusti tutti riescono ad essere maneggiati e fanno le cose che li si insegna. Secondo me ogni cavallo va lavorato in maniera diversa, loro hanno un’anima, è da li che si dovrebbe partire, ovviamente dopo verifica dello stato di salute e l’idoneità allo sport ma questo non accade in italia. Ne avrei tante altre di cose da dire ma per ora faccio il proprietario e quindi evitiamo ingerenze che possono creare malintesi inutili".
Possiamo dire che lei trasforma i suoi sogni in realtà e sicuramente anche nell’universo del cavallo ne avrà. Può svelarlo anche ai nostri lettori?
"Ha ragione, sogno e continuo a farlo. Il prossimo anno sarò pronto con il mio nuovo allevamento, ci saranno tutti i comfort per i cavalli e dei professionisti che lavoreranno in team con me. Pian piano organizzeremo tutta una serie di servizi per valutare al meglio lo stato di salute e curare ogni bisogno dell’animale. Alleverò cavalli di razza purosangue inglese con l‘intento di farli crescere sani, forti e italiani! Siamo indietro con i nostri cavalli nazionali ma ammiro, appaludo e mi ispiro agli allevatori che dedicano denaro, tempo, capacità e impegno ogni giorno senza mai tirarsi indietro. Sarebbe doveroso da parte del governo premiare ed assistere coloro che credono nell‘allevamento italiano. Gli allevatori e i proprietari sono quelli che tengono in piedi l‘ippica e nessuno ancora lo riconosce o ne parla a fondo, ritengo sia ora di cambiare i giochi che per ora sono in mani diverse, mani che investono meno e guadagnano 10 volte tanto rispetto alle categorie sopra esposte".
Lei gira il mondo per lavoro e diletto, ormai sono pochi i luoghi che non ha visitato. In ambito ippico c’è qualcosa che potremmo importare per migliorare la nostra qualità?
"È vero, per lavoro e diletto ho fatto dei bei giri, la curiosità e l‘interesse per il settore dell’ippica mi ha portato a valutare alcuni aspetti e tecniche dell‘allenamento. Ho visto delle attrezzature molto sofisticate nei centri d’addestramento fuori dai confini nazionali e giusto nel novembre 2023, al mio ritorno ne ho parlato con gli allentori di Pisa. Alcune di queste mie proposte sono state apprezzate ed inserite nella preparazione dei cavalli e subito sono arrivati importanti risultati, non proprio con i miei cavalli e questo è un piccolo rammarico, ma si sa…sono fieri e nobili ma non hanno il dono della parola. Come le ho già detto la qualità si ottiene molto prima della nascita del puledro, attraverso gli investimenti che gli allevatori e i proprietari sono disposti a sostenere. L’allenamento è parte di un processo avviato prima, un processo molto complesso che in Italia è stato ormai abbandonato o per lo meno ridimesionato... ed infatti gli Inglesi, Americani, Francesi e Tedeschi ci danno sportellate in ogni gara e difficilmente riusciamo a mettere il muso davanti. Una parola sui fantini voglio dirla, quelli bravi scappano tutti, poi tornano per le corse più importanti, osannati come dei fino al prossimo ritorno… chiediamoci il perché e poi di chi possa essere la responsabilità".
Adesso ha preso alcuni cavalli da Agostino Affe, una scelta coraggiosa. Sicuramente un ottimo allenatore ma in questo momento Endo Botti e Cristiana Brivio sono ai massimi livelli... Quali sono le aspettative autunnali visto che sia il primo che i secondi hanno dei puledri di sua proprietà da far debuttare?
"Agostino Affè è una bella persona, mi è piaciuto il suo approccio amichevole. Abbiamo contatti quasi giornalieri, il suo centro di allenamento è anche molto vicino al mio centro di interessi e mi resta facile raggiungerlo; poi ha un pregio superlativo...Parla chiaro! Se un cavallo non ha le potenzialità che io mi aspetto, avvisa e a quel punto faccio le scelte che desidero. “Un pollo non diventerà mai Aquila!“ ed io cerco di scovare l’Aquila. Confido molto nella sua esperienza, capacità e nella sua volontà. Come me ha voglia di vincere e in questo momento ha nuovi puledri, per ora abbiamo tenuto un basso profilo nel budget ma visto i risultati di Klaynn, Lao Tzu, Kabir, Goldenas, Swipe up, Prichi posso esser speranzoso...L’anno scorso comprai un cavallo spendendo veramente tanto, spero vivamente che riesca a dimostrare che ne è valsa la pena. Ritengo che la mia scelta di diversificare non sia stata dettata dal coraggio, riconosco invece in Agostino un Siculo doc, con alcune sue caratteristiche che si addicono molto alle mie di base. Bianco o Nero… senza filtri. Cristiana Brivio ed Endo Botti sono la prima forza in campo, sono consolidati, pieni di collaboratori e professionisti di livello, hanno poi i migliori proprietari italiani ed adesso anche un certo Yoshida a conferma di tutta la loro qualità. Sono ahimè meno comunicativi, senza colpa ovviamente, visti i mille impegni ed i tanti proprietari. Loro sono impegnati a portare risultati. Per onestà intellettuale devo dire che con me mantengono comunque rapporti eleganti, signorili, in questo momento hanno molti miei cavalli in allenamento ed alcuni puledri, compreso il top price descritto in precedenza. Credo che faranno di tutto per far bene e farmi vincere. Il confronto fra Agostino e la Endo Botti galoppo sarà interessante e premiante".
Possiamo aspettarci un ritorno in grande stile per 2026, rivedremo la sua giubba nelle grandi corse? Gli investimenti anche quest'anno sono stati molto importanti, gli addetti ai lavori la guardano con interesse e gli appassionati tifano per i suoi colori, la giubba oroargento andrà al di là delle Alpi?
"La stagione 2026? Credo nelle scelte dei miei allenatori ed ho fatto ciò che mi hanno consigliato. Gli acquisti sono stati fatti affidandomi completamente a loro, solo in due casi ho scelto io di comprare un cavallo senza la loro benedizione, la prima volta fu un cavallo maschio da Nathaniel che non ha dato risultati e attualmente una femmina figlia di Sottsass che adesso è affidata al Siculo doc…vedremo come sarà. Le mie aspettative per la stagione sono alte e ho investito al meglio affinchè possano realizzarsi. Ho un difetto, amo cavalli da corse classiche e per mia sfortuna non ho elementi precoci che possano debuttare rapidamente a due anni. Per trovare il buon cavallo che faccia tutta la sua carriera al massimo occorre anche una buona dose di Fortuna, molte corse abbassano la longevità del periodo sportivo ma io sono pieno di perseveranza, lotto e credo fermamente che ci saranno altri traguardi importanti per i miei cavalli. L'oro della mia giubba e l’argento non sono stati scelti a caso e se ha guardato bene ci sono delle V rovesciate. Desidero con tutto me stesso vincere sia in Italia che al di là delle Alpi. Devo rimanere concentrato e valutare al meglio ogni singola azione da fare, con ambizione e al contempo umiltà perché come disse un grande: “In Italia si perdona tutto…ma non il Successo!”. Io sarò tra quelli non perdonati…l’Arc deve solo aspettarci!".

A questa intervista è giunta al termine.
Adesso sappiamo qualcosa in più di un uomo elegante che è arrivato nel mondo del galoppo italiano con aspettative vere e con la volontà ferrea di onorare la nostra storia ed il nostro futuro. Non ci resta che seguirlo ed applaudire, con una piccola grande speranza: che al più presto ci possano essere altri come lui.
