
Benedetta passione. Il Mondiale di nuoto a Singapore si conclude con la settima gemma per l'Italia, ovvero un bronzo della Pilato che nei 50 rana ha toccato in 30'14 dietro la primatista mondiale Ruta Meilutyte, la lituana autrice di 29'55 e la cinese Tang Qianting a 30'03. «Ma io valgo meno di quel tempo. So di potercela fare, ce la farò. Mi è mancata la serenità quest'anno», spiega Benny. Per la 20enne tarantina è la quinta medaglia di fila nella distanza più breve da quando si rivelò a 14 anni con l'argento dietro la statunitense Lilly King, ieri quinta e al passo d'addio. Poi l'argento bis dietro la Meilutyte a Budapest 2022, quindi i tre bronzi in serie a Fukuoka 2023, Doha 2024 e questo a Singapore a dare un senso alla sua stagione. A fine estate lascerà Torino per allenarsi a Roma con Nozzolillo, coach di Silvia Di Pietro. Prima l'attende Bali, dove andrà in vacanza con Anita Bottazzo, quarta nella stessa gara in 30'21. Ovvero, il piazzamento di Benny nei 100 rana olimpici di Parigi, dove fu protagonista dell'intervista tv in cui disse di essere contenta del risultato. Da quel commento anche i quarti posti vennero invitati al Quirinale.
È al contrario un quarto posto amaro quello della mista. Ceccon, Martinenghi, Burdisso e D'Ambrosio finiscono a dieci centesimi dal bronzo degli americani. L'oro va alla Russia, che ieri ci ha tolto il record europeo, davanti alla Francia di Marchand, reduce dai 400 misti trionfali. «Mi spiace per la mancata medaglia, era fattibile. Io però avrei messo Frigo a chiudere la staffetta perché è più esperto di Carlos», è l'analisi di Ceccon, deluso perché puntava al quarto metallo a questi Mondiali. Alla fine paghiamo anche un Burdisso più lento rispetto al mattino: «Mi sento un po' responsabile», si dispiace Fede, un duecentista prestato ai 100 farfalla. Cala il sipario su una rassegna in cui l'Italnuoto in corsia chiude con 25 finali (è record) e un 10° posto nel medagliere: un oro (Cerasuolo nei 50 rana), quattro argenti e due bronzi. Alla fine si impongono gli Stati Uniti (9-11-9) davanti all'Australia (8-6-6). «È stata un'Italia fantastica, sopra ogni più rosea aspettativa», commenta il direttore tecnico Cesare Butini, che alla vigilia si sarebbe accontentato di ottenere quattro medaglie dalle corsie. Ne sono arrivate tre in più.
«È un'Italia orgogliosa, competitiva, capace di emozionare e di rinnovarsi», aggiunge il presidente federale Paolo Barelli.
Nel medagliere generale degli sport acquatici gli azzurri finiscono noni (2-11-6) in una classifica guidata dalla Cina (15-12-10). Fuori dal podio, a sorpresa, nei tuffi dalla piattaforma maschile e anche nei 400 misti con la 12enne Yu Zidi: per lei tre quarti posti e un bronzo in staffetta. Se ne riparlerà molto in futuro.