
Un mese dopo la morte di Matteo Franzoso, a quasi un anno da quella di Matilde Lorenzi, mancano 7 giorni all’apertura della stagione olimpica di sci. Dietro al cancelletto i tanti sogni di ogni atleta, ma anche l’urgenza di avviare una riflessione sul tema della sicurezza in gara ed in allenamento.
Dal palco del distretto Mind lo spiega il presidente Flavio Roda che al media day Fisi ha messo in fila buone intenzioni e passi concreti: «L’airbag da quest’anno sarà obbligatorio, senza deroghe, in gara e raccomandato dalla Fis anche in all’allenamento. Idem per le tute antitaglio ». E poi: «La Fis (Federsci internazionale) ha recepito una proposta a nostra firma di individuare e
mantenere, con fondi ad hoc, alcuni tracciati per i training delle discipline veloci, attrezzandoli con gli stessi standard delle piste di gara: martedì ci sarà l’ufficialità ». Andrea Panzeri, a capo della commissione medica Fisi non ha dubbi «In pista ci sono - e sempre ci saranno - incidenti e traumi che si possono arginare lavorando sui materiali, ma altri che si possono evitare o ridurre solo lavorando sulle protezioni delle piste ». Poi ci sono gli atleti, il cui lavoro è andare veloci: «Il nostro compito è sciare – spiegano Marta Bassino e Dominik Paris – ma quanto accaduto ha fatto maturare i tempi per trovare soluzioni». Paris parla anche di velocità: «Non è aumentata in senso stretto. Semmai si curva in modo più veloce, quindi occorre tenerne conto per preparare una pista con le varie vie di fuga».
Da Sofia Goggia a Mattia Casse, tutti concordano: dovendo scegliere da che cosa partire per migliorare l’attrezzatura «è il casco il segmento del nostro “abito” su cui lavorare».
«Il suo sviluppo è fermo da 20 anni – aggiunge Roda - . Va studiato un sistema che lo rinforzi. Non penso ad un modello integrale, già in passato controproducente, né alla mentoniera, ma ad una appendice posteriore in modo da preservare il collo».