Al galoppo

Salvate il mondo dell'ippica: ecco cosa può succedere

In una lettera aperta le società di corse hanno lamentato il caro energia che, sommato ai tagli paventati nella legge di Bilancio, portano il sistema al collasso. Ma non bastano solo i soldi del Governo

Salvate il mondo dell'ippica: ecco cosa può succedere


Per l’ippica nazionale il mese di dicembre rappresenta, ormai da anni, lo spartiacque tra il vivere e morire. Infatti ogni qualvolta il Parlamento si appresta a redigere la Legge di Bilancio, al comparto ippico viene tolto qualche finanziamento e anche l'ultima manovra si allinea al trend pluriennale, tanto che 23 società di corse hanno firmato congiuntamente un documento nel quale si dichiara il fallimento del sistema se saranno confermati i tagli in aggiunta al caro vita registrato per i rincari dell’energia.

Alla Fiera Cavalli di Verona, svoltasi dal 3 al 6 novembre, il neo Ministro del Mipaaf, Francesco Lollobrigida, aveva dichiarato che l’ippica è un fiore all’occhiello della Repubblica Italiana e si impegnava a trovare risorse aggiuntive. Alcuni giorni più tardi la doccia fredda che ha allarmato tutti gli operatori e gli appassionati del trotto e del galoppo.

Ormai sono anni che questo gioco delle parti va avanti, con lo spauracchio di tagli che un anno sì ed un anno no si realizza a tutto vantaggio di un’altra filiera, quella dei giochi e delle scommesse elettroniche che drena dalle tasche degli italiani la bellezza di 20 miliardi di Euro equamente suddivisi tra le casse dello Stato e dei Concessionari, con un aggravante che lo Stato destina solamente 50 milioni di Euro alla lotta contro la ludopatia (come si legge nel libro Blu del Ministero dell’Economia). Con la triste conferma che la politica italiana tende a prediligere la finanza all’economia reale, uccidendo nel vero senso della parola migliaia di posti di lavoro legati alle corse dei cavalli. E se nel mondo registriamo un'economia di settore con trend positivi ed in crescita, con allevamenti sempre più dinamici e all’avanguardia, con eventi sempre più mondani ed ambiziosi, l’Italia purtroppo è fanalino di coda e terra di conquista per allevatori ed allenatori che scendono dal nord dell’Europa, avvalorando senza giustificazioni l’impoverimento tecnico ed economico del settore.

Sono ormai 30 anni che si discute di come riqualificare un comparto che tanto lustro ha fornito nel secolo scorso alla nostra Nazione, ma inesorabilmente tutto affonda nella palude di una lobby chiusa, dell’incompetenza prima e dell’invidia poi.

In una lettera aperta dei primi giorni di dicembre le società di corse hanno lamentato il caro energia che, sommato ai tagli paventati nel disegno della legge di Bilancio, portano il sistema al collasso: all’appello mancherebbero oltre 5 milioni di euro per un taglio secco di oltre il 10% rispetto al bilancio 2022. E così oggi si affronta l’emergenza dei costi dell’energia e delle materie prime saliti alle stelle per la guerra in Ucraina, in un meccanismo tutto italiano dove l’emergenza passa in primo piano a discapito dell’organizzazione e della programmazione.

Per fare un esempio, l’Australia ha già stilato il calendario delle corse per il 2024 e qui da noi si lotta per 5-6 milioni di Euro che consentono alle società di corse di affrontare la gestione ordinaria. Per comprendere meglio, l’importo in discussione equivale all’incasso netto dello Stato con una sola estrazione del Superenalotto ovvero il 0,000625% delle risorse stanziate nel Bilancio nazionale.

Ippodromo

Il testo integrale della lettera-appello

“Le Società di Corse che gestiscono gli ippodromi elencati in calce sono venute a conoscenza del contenuto del disegno di legge del bilancio previsionale dello Stato (n. 643) per gli anni 2023-2025 depositato alla Camera dei Deputati. Con estremo stupore si è rilevato che al capitolo 2297 “Sovvenzioni per le società di corse per l’organizzazione delle corse ippiche..” è previsto, per l’anno 2023, uno stanziamento di appena 41,3 milioni di euro rispetto ai 46,5 milioni di euro dell’anno 2022. Nelle note si legge che “lo stanziamento è stato ridotto per tener conto della riduzione delle entrate relative ai giochi ippici”. Tale riduzione di risorse, che si aggiunge ai tagli di oltre il 75% già effettuati a partire dal 2012 ad oggi, a parità di prestazioni e servizi resi richiesti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste alle aziende, non consente la continuità aziendale alle stesse Società che già da anni sopportano perdite di bilancio aggravate, nel corrente anno, dall’ingente incremento dei costi di gestione (energia elettrica, carburanti, materie prime ecc.).

Le società di corse da mesi hanno rappresentato a tutti gli Organi competenti del Ministero la gravissima situazione in cui versano, manifestando disponibilità all’apertura di un confronto, auspicabilmente in un tavolo permanente con tutti i componenti della filiera, per trovare soluzioni ai problemi del settore. Inoltre, le ragioni della riduzione dello stanziamento previsto nella bozza della “legge di bilancio”, non dipendono sicuramente dall’operato delle società di corsa che, anzi, in periodo di emergenza sanitaria (covid 2019) hanno prestato maggiori servizi al Ministero per consentire lo svolgimento delle corse a porte chiuse e sopportato una riduzione dei ricavi. Il calo delle entrate dei giochi che si è registrato nel 2020 e nel 2021 è stato causato esclusivamente dalle disposizioni governative, per l’emergenza dovuta al Covid-19, che hanno bloccato l’attività di raccolta delle scommesse. Ma non si tiene conto che già nel 2022 le entrate relative ai giochi ippici sono cresciute rispetto all’anno precedente.

Ciò premesso le sottoscritte società, in assenza di una adeguata modifica dello stanziamento per i servizi resi dalle società di corse in favore del Ministero che tenga conto dell’avvenuto incremento dei costi, fanno presente, loro malgrado, che a partire dal 1° gennaio p.v. non ci saranno le condizioni di legge (assenza di continuità aziendale) per la prosecuzione dell’attività di organizzazione delle corse e la fruizione da parte degli operatori dei servizi per l’allenamento.

LE SOCIETA DI CORSE FIRMATARIE

Alfea SpA – Pisa, Comitato Corse Ippiche – Corridonia, Gruppo Copiello Srl – Padova, Hippogroup Cesenate SpA Bologna – Cesena, Hippogroup Roma Capannelle Srl – Roma GL – Roma TR, Hippogroup Torinese SpA – Torino, Ippica di Capitanata Corse Srl – Castelluccio dei Saur, Ippodromi dei Fiori SpA – Albenga, Ippodromi Partenopei Srl Napoli GL – Napoli TR, Ippodromi Meridionali Srl – SS. Cosma e Damiano, Ippodromo di Chilivani Ozieri Srl Chilivani, Ippomed Srl Siracusa GL – Siracusa TR, Marsicana Srl – Tagliacozzo, Merano Galoppo Srl – Merano, Nordest Ippodromi SpA – Treviso GL – Treviso TR – Trieste – Ferrara, S.A.M.A.C. snc – Civitanova Marche, S.A.I.T.A. Srl – Aversa, San Felice Srl – Firenze GL – Firenze TR, S.M.A. Srl – Montegiorgio, Società Ippica Sassarese Srl – Sassari, Soc. Modenese esposizione fiere corse cavalli Srl – Modena, Società Varesina Incremento Corse Cavalli Srl – Varese, Valentinia Srl – Pontecagnano. Roma, 5 dicembre 2022”.

Ancora una volta il dibattito si trasforma in polemica ed accende le parti. La nostra speranza è che non sia troppo tardi. Suggeriamo di fare tutti un passo indietro per poterne fare tre in avanti. Le competenze ci sono, le soluzioni basta copiarle, esiste già tutto, manca solo la volontà per mettere in atto ciò che serve.

Foto in alto: Teofilo stallion (darleyeurope.com)

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