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Un altro bimbo muore dimenticato in auto

PerugiaUn'altra tragedia-fotocopia, dopo quella della piccola Elena di Teramo dimenticata in auto dal padre prof universitario. Ieri, in provincia di Perugia, un piccino è morto perché abbandonato, ancora per pura, incredibile, sbadatezza, in auto. Il bimbo è rimasto per più di tre ore, dimenticato nell'abitacolo della Opel Corsa del suo papà, parcheggiata sotto il sole cocente a pochi metri dalla riva del lago Trasimeno.
La vittima si chiamava Jacopo Riganelli, appena 11 mesi, figlio di Sergio, 41 anni, custode e factotum dello Yacht Club Velico Trasimeno e della dottoressa Eva, 32 anni, di origini albanesi, laureata in psicologia infantile all'università di Urbino. I due genitori, choccati, sono stati interrogati a lungo - nel quadro dell'inchiesta aperta immediatamente dalla procura di Perugia - negli uffici dei carabinieri per ricostruire come tutto ciò sia potuto accadere. Nel pomeriggio sono stati anche trasferiti in ospedale, per una serie di terapie di sostegno, fisiche e psicologiche. Ma sull’uomo pesa l’accusa di omicidio colposo.
La vettura della mamma del piccino ieri mattina, era rimasta in panne. Per questo il marito l’aveva accompagnata al lavoro, nello studio di Magione, un centro distante una decina di chilometri dalla loro casa ed era poi tornato indietro a Passignano, dove avrebbe dovuto portare il figlioletto all'asilo nido e quindi recarsi sul posto di lavoro. Evidentemente il padre è rimasto vittima delle sue consuete abitudini: invece di proseguire verso il nido, compito che veniva svolto giornalmente dalla madre del piccolo, ha svoltato ed è entrato nel parcheggio del club. Complice anche il particolare che il bambino dormiva beatamente. Solo al momento del rientro per il pranzo, alle 12,30, l’uomo si è accorto che sul sedile posteriore aveva «scordato» Jacopo. È stato lui stesso a lanciare l'allarme e a chiamare i sanitari del 118. Ma ogni tentativo di rianimazione è risultato vano. Il medico intervenuto ha certificato il decesso per «arresto cardiocircolatorio causato d auna prolungata esposizione ai raggi solari, all'interno di una autovettura». È stato dunque il calore, sotto il sole cocente di una giornata per di più afosa, a causare la morte del bambino? Sarà la perizia autoptica, già disposta dal magistrato, a stabilirlo con certezza.
La coppia si era sposata nel 2009 e, in questo momento, stava ristrutturando, in via Fiorita, l'abitazione dei genitori di lui, che sono emigrati da anni in Svizzera. Anche Sergio ha vissuto a lungo nel Paese elvetico.
Quando Eva, che si trovava in un ufficio postale, è stata informata di quanto era successo al suo bambino, è svenuta. Sul posto della tragedia, tra i carabinieri è arrivato anche il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Carlo Corbinelli e il sindaco di Passignano Claudio Bellaveglia.
«Sono sconvolto - commenta Aurelio Forcignanò, presidente del Club Velico -, mi sento impotente di fronte a questa terribile tragedia. Tutti i nostri soci adorano Sergio per la sua serietà e la sua disponibilità». Il Club è stato subito chiuso: «Per lutto».
In paese i due genitori vengono descritti come una coppia molto innamorata e molto unita, in particolare intorno a Jacopo, figlio unico e che loro consideravano come una sorta di «faro». «Sono una coppia distrutta- spiega il colonnello Corbinelli -. Al momento non abbiamo motivi di ritenere che non si tratti di una disgrazia».


Il corpo di Jacopo è stato trasportato in obitorio, mentre la Opel Corsa trasformatasi nella sua bara, è stata posta sotto sequestro e rimossa dal parcheggio, su disposizione del magistrato inquirente Mario Formisano.

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