Politica

«Altro che dialogo, cacciamo gli estremisti»

«Non aspettavano altro per muoversi». La parlamentare Pdl Souad Sbai è ancora sconvolta per quelle immagini rimbalzate da giornali e tv. Il sagrato del Duomo di Milano, San Petronio a Bologna, e ancora le sfilate a Roma e Torino.
È preoccupata?
«Sì. Solo qualche mese fa mi sono detta: “Mi spaventa questo silenzio”. Ed eccoli qua. Non aspettavano altro per muoversi, persino gli immigrati di prima generazione. Quello che ho visto a Milano, quelle bandiere bruciate davanti a donne e bambini non è stato solo vergognoso. Di più».
Chi e che cosa c’è dietro quelle manifestazioni?
«Non certo l’islam moderato, che da tempo fa continui richiami al dialogo e alla pace. Ci sono gli integralisti. L’estremismo avanza in modo spaventoso. D’altra parte qualcuno li guida...».
C’era anche l’imam del centro islamico di viale Jenner, Abu Imad...
«C’era chi vuole alimentare altro odio, come l’Ucoii».
Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha fatto un appello alla libertà di culto, per le moschee...
«E ha fatto male, malissimo. Abbiamo i nemici in casa. Si è chiesto come mai a Milano c’era l’imam e a Roma la moschea non ha manifestato con loro? E Firenze, dove vogliono fare la moschea a Colle Val d’Elsa. Che fine ha fatto l’imam? È sparito, e nessuno si è chiesto dove sia finito».
Che cosa può fare la politica?
«Intanto io non avrei mai autorizzato quella manifestazione. L’Ucoii, ad esempio, non ha mai firmato la Carta dei valori, non riconosce la Costituzione, né l’uguaglianza uomo-donna, la lotta al terrorismo. Questa gente va allontanata, bisogna revocare la cittadinanza a chi fiancheggia il terrorismo».
Qualcuno da sinistra la accuserà di razzismo...
«Chi non rispetta le regole va cacciato. Quegli estremisti andavano fermati ieri, anzi 10 anni fa. Altro che mantenere i fiancheggiatori del terrorismo in galera. A casa loro, con il primo volo. La sinistra buonista e quelli che ancora sono scettici dovrebbero farsi un esame di coscienza».
E il dialogo?
«Con l’islam moderato sì. Con i radicali non si dialoga. Quella di Milano è stata una sfida all’Occidente, al musulmano moderato. Il messaggio è: “Noi ci siamo, voi state attenti”».
E l’Occidente non reagisce...
«Siamo deboli. Deeeboli. Questa gente se ne sbatte dei diritti umani, dell’uguaglianza della donna. Se ne sbatte di tutto. Bisogna educarli alle regole, appena mettono piede. Ma così passiamo per razzisti, contro un debole che non è debole. Loro invece mandano fatwe (sentenze di morte, ndr) a tutti noi moderati, minacciano le famiglie in Marocco, in Tunisia. E noi che facciamo? Dialoghiamo con questa gente? Nooo. Assolutamente no».
Neanche coi giovani islamici?
«Alcuni integralisti si sono infiltrati in posti importanti. E sono pericolosissimi. Sono educati alla scuola dell’estremismo, vengono dalle famiglie dell’Ucoii ma fanno finta di essere moderati. Attenti a chi gli dà spazio e voce. Spero che il ministro dell’Interno Maroni riparta dalla bozza Amato. Chi non rispetta le regole, chi non firma la Carta dei valori è fuori».
felice.

manti@ilgiornale.it

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