Altro che solitudine, tutti vogliono i numeri primi

Il film di Costanzo (unico tra quelli presentati alla Mostra) parte bene al botteghino e riporta il romanzo di Giordano in testa alle classifiche di vendita. Il successo degli adolescenti tormentati del libro è diventato un fenomeno colossale

Altro che solitudine, tutti vogliono i numeri primi

Il libro ha venduto oltre un mi­lione di copie, ha vinto il Premio Strega ed è in classifica, tra alti (molti) e bassi (pochi), dal 2008. Attualmente è risalito fino alla se­conda posizione. Il film, presenta­to alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Vene­zia, è uscito nelle sale da tre gior­ni, ha incassato quasi un milione di euro e si è lasciato alle spalle George Clooney e compagnia hol­lywoodiana recitante. È terzo in classifica, sei posizioni sopra al Leone d’Oro Somewhere di Sofia Coppola. Stiamo parlando della Solitudine dei numeri primi , ro­manzo (edito da Mondadori) e film (prodotto da Mauro Giana­ni, distribuzione Medusa). Il pri­mo scritto da Paolo Giordano. Il secondo girato da Saverio Costan­zo (e co-sceneggiato da Giorda­no stesso). In molti si riconoscono nelle vi­cende dolorose di Alice e Mattia, le vite segnate da un incidente traumatico nell’infanzia.Anores­sia, autolesionismo, incapacità o impossibilità di comunicare: una favola triste raccontata nel libro col passo gelido di Bret Easton El­lis, nel film col passo altrettanto gelido di Dario Argento. Per que­sto, Costanzo ha detto a Venezia che «nel romanzo di il dolore era irrappresentabile, così mi sono ri­fa­tto al genere horror per materia­lizzarlo sulla pellicola senza per­dere il senso d’ironia». I due protagonisti sono i «nume­ri primi » gemelli del titolo (propo­sto dall’editor Mondadori Anto­nio Franchini): sono esseri solita­ri, isolati. Simili tra loro, e dunque vicinissimi. Eppure incapaci di unirsi perché separati da una bar­riera invisibile, dal terrore del contatto fisico. Angosciante ma anche commovente.Quest’aspet­to, il contatto o meglia la sua as­senza, è al centro del lavoro degli attori Alba Rohrwacher e Luca Marinelli: «Siamo partiti proprio dal lavoro drastico sul corpo - ha affermato Alba - ho dovuto dima­grire molto, è stato un modo per poter capire l’animo dei perso­naggi ». Alla fine, secondo il regi­sta, il film racconta «una piccola epica dei corpi». Il successo inarrestabile della Solitudine dei numeri primi , reso ancora più significativo dal fatto che sia il libro sia il film sono impe­gnativi, forse dice qualcosa di co­me sono vissuti i rapporti umani dagli adolescenti (e forse non so­lo loro) nella nostra società che pure sembra ostentare la perfe­zione dei corpi, glorificare la gio­vinezza e ammirare chi si sente a proprio agio in tutte le situazioni. E se al di là dell’apparenza fosse ancora valida la citazione: «l’in­ferno sono gli altri»?

LO SCRITTORE / PAOLO GIORDANO
"Ho smembrato la storia con sadica soddisfazione"

IL REGISTA / SAVERIO COSTANZO
"Macché controcultura, il cinema è arte popolare"

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