Un altro ciclista schiacciato da un camion

Un altro ciclista schiacciato da un camion

Ancora un ciclista ucciso da un camion, ancora una volta una tragica «fatalità»: l’uomo, un pensionato di 70 anni, procedeva nella stessa direzione ed è poi finito in un «angolo cieco» dell’autista. Inevitabile l’urto, il camionista appena se n’è accorto s’è fermato, ha chiamato il 118 ma i soccorritori hanno potuto solo constare il decesso dell’uomo. L’ennesima vittima della strada, una strage silenziosa e inarrestabile in un città diventata sempre più difficile per chi cerca di spostarsi sulle due ruote. Pochi mesi fa in rapida successione erano infatti morti Pier Luigi Todisco, giornalista della Gazzetta dello Sport, e il dodicenne Giacomo Scalmani.
L’ultima tragedia si è consumata ieri mattina verso le 10.30 in piazza Belfanti, all’altezza del distributore Agip. Angelo S., 31 anni, alla guida di un autocarro Volvo rosso con cassone blu, proveniente da via Liguria aveva messo fuori la freccia e stava voltando a destra per imboccare via Spezia. Davanti a lui Enrico Gilardi, abitante in via Carlo Marx 8, un enorme complesso di appartamenti, realizzati a Quarto Cagnino, giusto dietro l’ospedale San Carlo Borromeo.
Non è chiara la direzione del ciclista, se stesse anche lui girando a destra o se si fosse fermato sulle strisce in attesa del verde per attraversare viale Ligura. L’impatto infatti è avvenuto proprio sul passeggio pedonale. Il ciclista è stato travolto, finendo sotto lo ruote del pesante automezzo.
Il camionista si è subito reso conto dell’incidente, e si è fermato qualche metro più avanti. Ha visto il corpo del pensionato sanguinante e ha chiamato i soccorsi. Sul posto dopo pochi minuti una volante, alcuni equipaggi della polizia locale e i mezzi del 118. I medici hanno a lungo tentato di rianimare l’anziano, ma le ferite riportate erano devastanti e dopo qualche minuto sono stati costretti a decretarne il decesso. Nel frattempo i vigili urbani avevano iniziato i rilievi per accertare l’esatta dinamica dell’incidente. Anche se per il camionista sembra quasi automatica l’incriminazione per omicidio colposo.
Ma questo è solo l’ultimo episodio di una strage silenziosa che si sta consumando quasi quotidianamente sulle strade milanesi. Basti ricordare Todisco, giornalista di 52 anni della «Gazzettea», travolto in viale Sarca da un camion il 7 ottobre. L’autista del pesante automezzo non l’aveva proprio visto e si era fermato qualche centinaia di metri dopo. Oppure la donna ucraina di 50 anni, uccisa la settimana dopo da un camion sulla Cassanese davanti al municipio di Pioltello. Fino al caso del Giacomo, morto in via Solari il 5 novembre mentre rientrava a casa dopo aver passato il pomeriggio all’oratorio. Il bambino venne sbalzato contro un tram dall’improvvisa apertura della porta di un’auto in sosta: il conducente se lo ritrovò sotto le ruote senza aver il tempo di frenare
Si tratta tuttavia di solo tre episodi particolarmente drammatici che contribuiscono a tenere molto alta la media dei ciclisti uccisi ogni anno sulle strade. In città in particolare dopo il 2009, quando si era toccato il minimo storico di «soli» tre decessi, già nel 2010 il loro numero era salito a 7. Mentre in provincia si era registrata un situazione inversa: 18 investimenti mortali nel 2009, scesi poi a 9 l’anno successivo. E il 2011, i dati sono ancora in elaborazione, dovrebbe confermare questa tendenza.


Molte le cause di questi lutti come la mancanza di aree protette per le due ruote, le cosiddette piste ciclabili, e la carente segnalazione semaforica agli incroci. Ma anche l’alto numero di mezzi pesanti che circolano sprovvisti di sensori, specchietti supplementari, barre di protezione e allarmi sonori per segnalare le manovre.

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