La politica, in particolare questo ministro delle Politiche agricole, nei confronti dell'Unire continua a fare pasticci nel cercare soluzioni che non sono soluzioni ma ulteriori pasticci.
Il ministero delle Politiche agricole ha comunicato ufficialmente il nome del nuovo presidente dell'Unire, da qui la prima sorpresa. Logica conseguenza del commissariamento attraverso la persona del conte Guido Melzi d'Eril, avrebbe dovuto essere la sua successiva nomina a presidente del consiglio Unire. Come del resto già avvenuto nella precedente esperienza sempre gestita dal ministro De Castro. Così non è stato. Per la presidenza del nuovo consiglio Unire è stato prescelto l'ex prefetto Goffredo Sottile. Mi pare sia una ottima scelta, trattandosi di una persona di altissimo livello professionale con una lunga e valida esperienza nell'amministrazione pubblica. Un uomo di legge, quello che ritengo sia necessario in questo particolare momento all'interno dell'Unire, il quale saprà valutare con rara competenza e sensibilità, se i compiti istituzionali dell'Ente sono stati rispettati oppure, come vado argomentando da tempo, si sono discostati in maniera preoccupante a scapito dell'allevamento italiano ed a favore di altre categorie che non hanno o quanto meno non dovrebbero avere identico rilievo istituzionale.
Veniamo al «pasticcio», pare che per la figura del segretario generale sia stata proposta la persona dell'attuale commissario straordinario Guido Melzi d'Eril. Il quale a sua volta se ne è uscito con una prima dichiarazione, con la quale confermava il suo impegno di commissario sino alla scadenza dell'attuale mandato, facendo ipotizzare da parte sua un certo risentimento per l'avvenuta nomina del presidente. Successivamente una dichiarazione, della quale riporto alcuni passi: «L'Ente ha bisogno di solide basi, prima di tutto una squadra forte su cui poter contare e proprio per questo resterò ancora in carica: perché credo nella rinascita e perché intendo parteciparvi in prima persona, riportando l'ippica ad un periodo di normalità».
Dichiarazione dalla quale parrebbe emergere, anche se indirettamente, la volontà di Melzi di rimanere anche nella eventuale posizione di segretario generale. Questo potrebbe essere un vero pasticcio perché: se Melzi nella posizione di commissario straordinario (con tutti i poteri), di fatto in dodici mesi non è riuscito, non solo a risolvere problemi minimali, non ha assolutamente sciolto i nodi dell'ingarbugliato sistema che ormai si è sedimentato all'Unire. Non si riesce a capire quale reale contributo possa portare alla rinascita, se non altra conflittualità derivante anche dalla sua posizione di presunta incompatibilità.
Due parole di speranza sul nuovo presidente designato, il dottor Sottile: ho letto alcune interessanti interviste, laddove apprezza la posizione dei prefetti francesi, veri rappresentanti dello Stato centrale, al contrario di quelli italiani, ormai ridotti ad un ruolo ancillare; a questo proposito inviterei il presidente a considerare il sistema ippico francese che allo stato è ancora il più vitale in Europa e, al contrario il nostro che, mutuato pari pari, dalla esperienza francese a cosa è ridotto oggi dopo gli svariati interventi di «restyling» da parte dei nostri politicanti.
*consigliere dell'Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)
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