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Un altro trimestre in rosso: l’auto imputata numero uno

Arriva il bollino dell’Istat a certificare ufficialmente la recessione: nel terzo trimestre 2008 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti, e dello 0,9% nei confronti dello stesso periodo 2007. È il secondo trimestre di seguito che vede il segno «meno» davanti alla cifra del Pil. I numeri confermano le sensazioni e i timori: la crisi finanziaria mondiale ha contagiato l’economia reale, anche in Italia.
Non è finita qui, perché la produzione industriale di ottobre vede un calo dell’1,2% rispetto al precedente mese di settembre, ed un preoccupante -6,7% nei confronti dell’ottobre 2007. Tutti i settori produttivi mostrano difficoltà, ma è particolarmente negativo il dato (-34,3%) per quanto riguarda la produzione di autoveicoli. Alla luce di questi dati, e dell’incremento del ricorso alla cassa integrazione, l’Isae prevede un calo della produzione industriale anche nell’ultimo trimestre di quest’anno. A fine 2008, sempre secondo l’Istituto di analisi economica, la produzione dell’industria italiana sarà diminuita del 3,6%. Questa dinamica avrà, naturalmente, ripercussioni negative sul Pil. «Ci aspettiamo un quarto trimestre peggiore del terzo», dicono alla Bnp Paribas. In novembre, secondo le stime del Centro studi della Confindustria, la produzione industriale avrebbe subito un crollo dell’l1,4% rispetto allo stesso mese del 2007.
«Siamo ufficialmente in recessione», conferma la Confindustria. L’economia langue, e non conforta il confronto con i principali Paesi industriali. Germania e Gran Bretagna hanno subito, nel terzo trimestre, cali del Pil analoghi al nostro (-0,5%), ma in termini annuali i due Paesi mostrano ancora il segno positivo. In Francia c’è stato un leggero aumento, dello 0,1%. Nell’insieme dell’area euro, il trimestre mostra un calo dello 0,2%, ma rispetto all’anno precedente la crescita (+0,6%) è ancora positiva. A colpire l’economia italiana non è tanto la dinamica dei consumi interni, che resta ancora positiva per lo 0,1%, ma il brusco calo degli investimenti: -3,5% gli investimenti in macchinari e attrezzature, -2,2% in acquisti di mezzi di trasporto, -0,6% in costruzioni. Ma vanno male anche le esportazioni, in calo dell’1,6%. La Coldiretti rileva che il settore agricolo è l’unico in controtendenza (+4,5% nel terzo trimestre), ma la Confagricoltura vede ugualmente segnali di crisi.
I consumi interni sono sostenuti dalla spesa della Pubblica amministrazione. Le famiglie, invece, rallentano gli acquisti, in particolare quelli di beni durevoli, automobili, elettrodomestici e così via (-6,5%). Cresce dell’1,4%, invece, la spesa in servizi. «Il quadro interno - afferma la Confcommercio - mostrava debolezza già alla fine del 2007, una situazione che non sembra destinata a modificarsi nel prossimo futuro». Da una parte, il calo dei prezzi del carburante e dell’energia consente alle famiglie di destinare nuove risorse ai consumi, ma a bilanciare la situazione intervengono l’aumento della cassa integrazione e il rischio della perdita di posti di lavoro.
Le cifre dell’Istat provocano, inevitabilmente, polemica. Walter Veltroni e il segretario della Cgil Guglielmo Epifani parlano di «allarme rosso», e accusano il governo di non aver preso provvedimenti all’altezza della sfida. «Il momento è difficile - replica il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola - ma va affrontato con la consapevolezza che l’Italia ha fondamentali solidi».

La strategia dell’allarme continuo, ripetuto a ogni dato sull’andamento dell’economia, non rappresenta di certo un rimedio, osserva il ministro.

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