I genitori di Amanda Knox sono stati rinviati a giudizio stamani per diffamazione dal gip di Perugia. Per Curt Knox e Edda Mellas il processo inizierà il 4 luglio prossimo con laccusa di diffamazione. Per il pubblico ministero che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, i due hanno diffamato a mezzo stampa alcuni poliziotti della questura di Perugia affermando che avevano «maltrattato» Amanda la notte in cui poi venne fermata per lomicidio di Meredith Kercher. E contro i due coniugi si sono costituiti parte civile cinque poliziotti della squadra mobile di Perugia, assistiti dallo stesso avvocato della famiglia Kercher.
La ricostruzione accusatoria si basa su un articolo apparso nel 2009 sul «The Sunday times», in cui Curt Knox e Edda Mellas «attribuirono ai poliziotti azioni e condotte difformi dai doveri dufficio. In particolare - recita il capo dimputazione - riferivano, contrariamente al vero, che Amanda non era stata assistita da un interprete, che non le erano stati somministrati né cibo né acqua, che era stata abusata (abused) sia fisicamente che verbalmente» e anche che «era stata colpita dietro la testa con una manata e minacciata (se chiedi un avvocato le cose si metteranno peggio per te...)». Gli avvocati dei due coniugi, già difensori di Amanda nel processo di secondo grado, ne avevano sollecitato il proscioglimento. Secondo loro, infatti, Knox e la Mellas non avevano alcuna intenzione di ledere il prestigio e il decoro degli agenti della mobile di Perugia con lintervista al sito «The Sunday times». «In unintervista durata oltre tre ore e mezza - ha detto uno dei legali - hanno raccontato solo quello che era stato loro riferito. Senza fare alcun nome degli agenti e senza avere la minima intenzione di ledere la loro reputazione».
Di diverso avviso è stato invece il gup che ha rinviato a giudizio i due, che saranno processati dallo stesso giudice che come giudice delludienza preliminare rinviò a giudizio Amanda Knox e Raffaele Sollecito per lomicidio di Meredith Kercher. Un delitto per il quale i due sono stati condannati in primo grado a 26 e 25 anni di reclusione e per il quale sono imputati nel processo dappello che riprenderà il 12 marzo prossimo.
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