Amaro amore inglese tra censo e pentimento. Tocco hard per Lee

LA CRITICA DI MAURIZIO CABONA Il festival del Cinema festeggia i suoi 75 anni e le sue 64 edizioni. Ad aprire la kermesse "Espiazione", film tratto dal romanzo di Ian McEwan. Vitale Ang Lee con "Caution"

Amaro amore inglese tra censo e pentimento. Tocco hard per Lee
Scene di lotta di classe nel Surrey del 1935 hanno aperto la Mostra. Espiazione di Joe Wright (in concorso), tratto dal romanzo di Ian McEwan (Einaudi), aderisce per ambientazione allo spirito del LXXV anno della Mostra. Anche per questo è stato un buon inizio, confermando che il cinema inglese - se pensato per inglesi, non per americani - è azienda seria.

Stroncato sul nascere, l'amore del romanzo e del film è nato fragile. La gelosia della sorellina Briony (Saoirse Ronan da ragazzina, Romola Garay da ragazza) di lei (Keira Knightley) dà soltanto il colpo di grazia a una storia anchilosata dalla povertà lui (James Mc Avoy). Quando si verificherà lo stupro di una minorenne, in quella campagna apparentemente serena, i sospettabili saranno tre, ma solo uno sarà arrestato e condannato. Nel 1939 la guerra farà aprire per l’innocente condannato le porte del carcere, ma solo per finire nella disfatta franco-inglese di Dunquerque... Espia il suo basso reddito, mentre chi l'ha fatto condannare espia diventando infermiera e maturando la confessione...

Non stupisce che trasporre Espiazione - McEwan è tra i produttori - sia toccato al regista di Orgoglio e pregiudizio: in ambo le storie sorellanza, campagna, censo e amore s'intrecciano. Come quello inglese, poi, lo spettatore italiano non ha alle spalle una rivoluzione francese, coi suoi effetti democratizzanti. Quindi capirà - il film uscirà il 21 settembre - l'impalpabile e invalicabile natura di certe barriere.
Più arduo per gli italiani è afferrare il senso della parte bellica. Ormai il conflitto franco-inglese con la Germania, precedente l'ingresso in guerra dell’Italia, è vecchio di quasi settant’anni. Con una cinefilia tipica dello sceneggiatore del film, Christopher Hampton (anche regista di altri film), il collegamento fra soldato vinto al fronte e amore perduto in patria è affidato alle suggestive immagini in bianco e nero di Porto delle nebbie di Marcel Carné in un cinema di Dunquerque assediata. Si noti: quel film era stato premiato alla Mostra di Venezia del 1938!

Ma questo primo epilogo convince meno del prologo; il secondo epilogo, col monologo di Vanessa Redgrave (terza incarnazione di Briony) spiega che solo parte della vicenda del film corrisponde a «realtà»: la più amara.

L’unico attimo di dolcezza è invenzione letteraria, risarcimento della sorellina cattiva, ora invecchiata, per la sorella sventata, morta annegata in una galleria della metropolitana di Londra, in seguito alla rottura dell'acquedotto in un bombardamento dell'ottobre 1940...

Nell’altra guerra sullo schermo ieri, anche se solo per la stampa, quella cino-giapponese di Lust, Caution di Ang Lee (Leone d'oro con Brokeback Mountain), Tony Leung penetra realmente e ripetutamente la giovane Tang Wei. Non stupitevi: nei film dei festival, spesso il sesso è autentico. Ne scriveremo domani, recensendo il film, che comunque è notevole per qualità oltre che per «vitalità».
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