Amato bacchetta la sinistra: "La sicurezza non interessa solamente ai ricchi"

Il ministro dell'Interno critica la maggioranza: "Il problema della sicurezza lo sente soprattutto chi ha pochissimo da difendere e che proprio per questo si difende più aspramente". A Milano successo della Moratti: 600 uomini in più, sì del governo

Amato bacchetta la sinistra: "La sicurezza 
non interessa solamente ai ricchi"

Roma - Se la sinistra pensa che quello della sicurezza sia un problema solo dei ricchi, commette «un tragico errore». Perché nelle società globali di oggi accade esattamente l’inverso: è chi ha «pochissimo da difendere, e che proprio per questo si difende ancora più aspramente», che chiede maggiore tutela. Ed è lui che «se non si sente difeso, diventa nemico di chi gli è più simile».

Insomma, una guerra tra poveri. Il ministro dell’Interno Giuliano Amato presenta il patto per la sicurezza a Roma - più uomini e fondi per la capitale - in contemporanea con Milano, dove è andato il viceministro Minniti: un’intesa che nei prossimi giorni verrà estesa ad altre città italiane. Ma utilizza quasi tutto il suo intervento per mandare messaggi alla maggioranza e al governo. Invita, appunto, a non commettere tragici errori, cadendo in stereotipi lontani anni luce dalla realtà; rilancia le politiche della casa; chiede alle istituzioni, tutte, di «condividere le responsabilità», perchè «da solo lo sceriffo non ce la fa».

«È un grande impegno - spiega - e una scommessa totale che noi facciamo, ma abbiamo bisogno anche degli altri» in modo che «l’espressione di solidarietà interistituzionale» rappresentata dal patto per la sicurezza, riguardi «l’insieme del nostro assetto istituzionale». Ancora, il ministro denuncia pezzi di Stato che non funzionano, o nella migliore delle ipotesi non sono efficaci. Amato cita l’esempio di Napoli, dove di fronte a 1.500 arresti in 48 ore la Procura non riesce a smaltire il lavoro, diventando un «collo di bottiglia». E cita la «differenza tra gli spalti di Manchester e quelli dell’Olimpico a Roma».

«Se ti comporti male a Manchester - dice - dopo tre ore sei condannato da un giudice. Se ti comporti male all’Olimpico dopo tre ore sei in giro per Roma». Il risultato è che «rischiamo di non poter avere una legislazione civile ed efficace, perchè abbiamo parti dello Stato che non funzionano».

 

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