nostro inviato a Bergamo
Ettore Pirovano, vicesindaco di Caravaggio e senatore leghista, la sparatoria di Treviglio arroventa un clima già teso.
«Lei sa chi ha aiutato i carabinieri stanotte?».
Due cacciatori.
«Sono stati loro a fermare i banditi in fuga. Vuol dire che la nostra gente non è una manica di vigliacchi. Questi non erano in giro con le doppiette per fare le ronde o il ku-klux-klan, ma senza di loro chissà come finiva. Sono felice che cittadini normali si prendano le loro responsabilità a fianco delle forze dell'ordine».
Che comunque ci mettono del loro...
«Sì, con stipendi da fame e senza benzina. Sa che non possono più usare le auto sequestrate alla malavita, perché le spese di gestione di queste vetture, solitamente di grossa cilindrata, tra carburante e manutenzioni li facevano splafonare dalla miseria che hanno a disposizione? Così continuano a girare con le Punto e le Marea. Se dovessero correre dietro a uno come me che ha un'Audi 3000, mi devono fermare col bazooka».
Caravaggio è a sei chilometri da Treviglio: chiederete rinforzi di polizia?
«Questo episodio conferma ciò che non avrebbe bisogno di essere confermato se ci fosse buona fede e attenzione negli organismi dello Stato. In Lombardia ogni 1.000 abitanti ci sono 3 fra carabinieri e poliziotti, la media nazionale è 8, nel Lazio 10, e in provincia di Bergamo 1,5. E abbiamo la più alta densità di extracomunitari. Dica quello che vuole il ministro dell'Interno, ma l'80% dei reati qui è commesso da stranieri. In più hanno anche indagato i carabinieri per omicidio».
Il magistrato di Crema ha precisato che è un atto dovuto.
«Ma per buon senso, se non almeno per opportunismo politico, faceva meglio a tacere. Se è un atto dovuto stia zitto, perché la gente si incazza. Quel poco che è rimasto di rispetto dello Stato va a farsi benedire proprio per l'assoluta assenza di sensibilità umana, politica e opportunistica del governo e soprattutto della magistratura».
Pensa anche al procuratore di Padova che ha indagato e subito archiviato il sindaco di Cittadella?
«Certo, ma penso anche al prefetto di Bergamo e ad Amato. Minacciano di sciogliere i Consigli comunali perché i sindaci non vogliono sposare i clandestini. Ma come? Un clandestino si sposa e dopo due anni diventa un cittadino italiano, mentre uno straniero normale che viene qui con un contratto di lavoro e un permesso di soggiorno ne deve aspettare dieci. Non vedo l'ora che qualcuno ordini a qualche nostro sindaco di sposare un clandestino. Forse quelli che hanno fermato i rapinatori coi fucili gireranno le canne da un'altra parte».
Addirittura. Volete proprio attaccare agli ordini di Bossi?
«La gente è furibonda. Altrimenti non si spiegherebbe come mai i sondaggi del Corriere, che non è leghista, dicono che abbiamo ragione all'82%. Anche quelli di sinistra stanno con i sindaci che non vogliono sposare i clandestini».
Il rischio che il prefetto sciolga il Consiglio comunale di Caravaggio è teorico o reale?
«Bisognerebbe chiederlo a lui. Il prefetto può solo innescare la procedura perché la decisione spetta al Viminale.
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