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Ambasciatore arabo lascia Washington

Il principe Bandar Bin Sultan, da oltre due decenni ambasciatore di Riad a Washington, unico ambasciatore mai invitato al ranch di Crawford dal presidente George W. Bush, avrebbe deciso di rassegnare le dimissioni. Fonti vicine alla monarchia araba danno per certa la sua partenza. Solo l'assenza di un decreto reale che lo scioglierebbe dal suo incarico - riporta il Financial Times - «fa sì che Bandar resti di nome ambasciatore». Tale decreto - afferma sempre il quotidiano inglese - «potrebbe arrivare solo tra tre mesi».
L'ambasciata saudita a Washington ha però cercato di raffreddare le voci, cominciate a circolare nel fine settimana sulla rete tv Nbc: «Il principe è in vacanza e tornerà in sede a fine agosto», si precisa in un comunicato. Sullo sfondo delle relazioni pericolose tra Washington e Riad e del vertiginoso aumento dei prezzi del petrolio, l'intrigo è fitto anche sulle ragioni che avrebbero indotto il «Gatsby d'Arabia», così chiamato per la favolosa ricchezza, ad abbandonare Washington.
A soli 56 anni è impossibile che Bandar lasci per raggiunti limiti d'età un posto e una sede che per 22 anni lo hanno visto tra i più influenti demiurghi della politica internazionale. Secondo alcune fonti il principe sarebbe in cattiva salute, altre riportano l'eclissi della sua fortuna a Riad nella fase della lunga transizione tra il vecchio e malato re Fahd e il principe ereditario Abdullah: se il re dovesse morire, Abdullah salirebbe al trono e il padre del principe, Sultan, attualmente ministro della Difesa, diventerebbe il primo nella linea della successione.«Bandar - ha detto una fonte - potrebbe volersi posizionare per un nuovo ruolo nell'era del dopo Fahd».

Comunque sia Bush potrebbe perdere, almeno provvisariamente, un intermediario importante per il dialogo con Riad.

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