Gli ambientalisti contro Marrazzo: no al gassificatore e al piano-rifiuti

Giacomo Legame

Il piano-rifiuti della giunta regionale Marrazzo e il gassificatore di Malagrotta sono stati «impallinati» non solo dall’opposizione di centrodestra (fatto ampiamente prevedibile) ma anche e soprattutto dagli ambientalisti. «Diciamo no al gassificatore di Malagrotta e alle linee guida del piano di azione commissariale Marrazzo che sottovaluta le pratiche di smaltimento dei rifiuti eco-sostenibili e continua a supportare inceneritori, gassificatori e termodistruttori», con queste parole la netta presa di posizione del Wwf Lazio e della Rete regionale rifiuti del Lazio emersa dalla conferenza che si è tenuta ieri in occasione della Quinta giornata mondiale contro l’inceneritore. «Il silenzio-assenso sul gassificatore di Malagrotta nel corso del Consiglio regionale straordinario del 13 luglio 2006 - ha detto il presidente del Wwf Lazio Raniero Maggini - sta riconoscendo di fatto a un privato la realizzazione di un cratere alla periferia di Roma, con cave, inceneritori di rifiuti ospedalieri, raffinerie e una megadiscarica, una struttura di cui era stata disposta la distruzione e a cui, invece, si sta continuando a lavorare. Un impianto pericoloso, che doveva essere eliminato» e «che - ha aggiunto il presidente del comitato Malagrotta Sergio Apollonio - ha alla base una tecnologia già rivelatasi dannosa e fallimentare. La tecnologia “thermoselect” era alla base di uno dei più grandi gassificatori di rifiuti solidi urbani del mondo, quello di Karlsruhe in Germania che, per fughe di gas tossico e pericoli di esplosione venne chiuso».
Critiche feroci anche al piano rifiuti. «Quello presentato dal presidente della Regione Marrazzo il 13 luglio 2006 - le parole del responsabile della gestione rifiuti del Wwf Lazio Giovanni Iudicone - benché nei principi sia condivisibile nel concreto non prevede nessun investimento reale in prevenzione, riuso, raccolta differenziata porta a porta, riciclaggio e compostaggio. Solo l’1% su scala annua per la prevenzione e la soglia del 35% di raccolta differenziata da raggiungere entro 2010». «Una soglia - ha aggiunto il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati - che secondo la legge Ronchi sarebbe già dovuta essere raggiunta entro il marzo del 2003». In opposizione «al gassificatore di Malagrotta e a una politica di gestione dei rifiuti quantomeno oscura», i responsabili della Rete regionale rifiuti del Lazio hanno annunciato che continueranno la catena del digiuno, giunta ieri all’ottantesimo giorno».
L’attacco di An, invece, è stato sul metodo scelto dalla giunta Marrazzo per affrontare la questione rifiuti. «Marrazzo - hanno accusato Fabrizio Cirilli e il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Prestagiovanni - dopo mesi di ritardi e proroghe sta cercando il confronto isolato perché non ha il coraggio di affrontare un dibattito pubblico negli organismi preposti.

Non ci risulta che il piano sia all’ordine del giorno delle prossime discussioni e questa impasse non farà altro che favorire le lobbies illegali legate allo smaltimento, che purtroppo nella nostra regione hanno da tempo messo le proprie radici».

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