Ambientalisti contro il sindaco: «Stanchi di promesse tradite»

«Tutti gli studi dimostrano che ogni intervento, anche se minore rispetto ad altri, se è esteso dà più efficacia alla lotta contro lo smog» la laconica risposta del sindaco agli ambientalisti che ieri, allo scoccare del diciottesimo giorno consecutivo di superamento della soglia di attenzione, hanno protestato davanti a Palazzo Marino. «Stiamo cercando di trovare un’unitarietà con l’intera area metropolitana per fare sì che nell’intera regione ci sia un’aria respirabile». E dire che proprio al diciottesimo giorno sarebbero scattate le misure antismog previste dall’ordinanza dell’ex sindaco Letizia Moratti, che questa amministrazione ha deciso di inasprire e anticipare (la fase 2 dell’emergenza sarebbe scattata al 14esimo giorno con la chiusura della Cerchia dei Bastioni alle auto e il divieto di circolazione dei diesel euro 3 in tutta la città) salvo poi revocarle del tutto. Con una capriola Pisapia ha optato per un’azione più soft ma condivisa con gli altri sindaci del Milanese coordinati dalla provincia: il fermo dei diesel Euro 3 (ad eccezione die mezzi commerciali) applicato solo in 44 Comuni su 134. Ma guai a chiamarla «retromarcia» perché «più si allarga l’area di intervento, più si ottengono effetti anche se l’intervento è meno drastico» insiste il primo cittadino.
Non la pensano così gli ambientalisti amareggiati e delusi dalle politiche ambientali di Palazzo Marino, che hanno protestato in piazza Scala «per lanciare un campanello di allarme all’amministrazione: abbiamo votato Pisapia per far cambiare le cose e non per una gestione del potere di un colore diverso». «Stufi di promesse e di impegni presi e non rispettati» genitori antismog, ambientalisti, cittadini «chiedono azioni»: «Il Comune «deve fare un piano, avere le idee chiare e avere il coraggio di portarle avanti giocandosi anche la faccia e forse così le bandiere torneranno arancioni».
«Al 60-70% il problema dello smog è un problema di traffico, abbiamo bisogno di una politica che adotti misure di emergenza in modo chiaro e determinato, non come ha fatto adesso - polemizza Damiano di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - e che non siano degli spot ma un modo per far cambiare i comportamenti». «L’unica strada percorribile» per Edoardo Croci, presidente del comitato promotore dei quesiti ambientalisti «è accelerare sulle misure strutturali previste dai referendum».

Già, le consultazioni, da giorni al centro dei dissidi tra sindaco e comitato: la diffida al Comune per non aver ancora dato seguito ai risultati dei referendum? «Abbiamo già risposto con i fatti e con i fatti stiamo continuando».

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