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Ambientalisti tagliano carta igienica

Mentre affondano nel catrame della marea nera, gli ecologisti americani non trovano niente di meglio che preoccuparsi della "marea bianca", cioè la quantità di rotoli che utilizziamo quando siamo alla toilette. Nell'Ue utilizzate 60 milioni di confezioni al giorno

Ambientalisti tagliano carta igienica

Straordinaria, l'America. Mentre affonda nel catrame della marea nera, con ottime possibilità di cancellare la vita lungo interminabili tratti di costa, proprio nel pieno di questo disastro epocale trova il tempo e la voglia di sollevare una seconda emergenza ambientale: i dieci piani di morbidezza. Pazienza se una piattaforma in mezzo all'oceano sta distruggendo l'ecosistema e l'economia di interi Stati, pazienza se nessuno sembra avere un'idea accettabile su come fermare l'apocalisse: è allarme, bisogna fermare anche la marea bianca della carta igienica.

L'appello arriva direttamente dal Worldwatch Institute di Washington, l'istituto che tiene d'occhio la salute del pianeta, ed è rilanciato dalla rivista New Scientist. Dalle ultime rilevazioni, risulta che soltanto in Europa vengono consumati 60 milioni di rotoli al giorno. Quanto agli americani, pure peggio: loro vengono misurati in fogli. Ne consumano 57 pro capite ogni giorno, sei volte la media mondiale.

Già l'idea di essere così monitorati anche nei momenti più personali mette istintivamente qualche brivido. Ma fortunatamente è solo l'impressione: i dati vengono rilevati sulle vendite, non al momento del consumo. Su questi stupidi dettagli emotivi incombe però la questione generale, sollevata con i soliti toni inquisitori e giustizialisti: sprechiamo troppa carta. Sostanzialmente, dobbiamo aggiungere un nuovo senso di colpa. Vergogna, bisogna salvare il mondo cominciando dalla toilette.

A sostegno di questo studio sulla pessima gestione della risorsa carta, gli osservatori del Worldwatch allegano regolare pezza d'appoggio, con dovizia di statistiche indignate: solamente negli Stati Uniti, in questo decennio saranno buttati 15 milioni di tonnellate tra fogli d'ufficio e giornali, un patrimonio che invece sarebbe perfettamente riciclabile come carta igienica. Certo è qualcosa che gli ambientalisti concedano di riutilizzare fotocopie A4 e quotidiani dopo opportuno riciclo, evitando di pretendere un riutilizzo immediato e diretto (la sola idea, ad ecologisti più tiepidi, genera terrore fisico). Ma al di là della concessione umana, resta il nuovo atto d'accusa: donne e uomini di questo pianeta, compresi quelli dei Paesi in via di sviluppo (che forse si chiamano così anche per questo), sprecano troppo in bagno.

Già si sapeva dell'acqua, tant'è vero che i più integerrimi dei verdi avevano escogitato un manuale di nuove abitudini virtuose, tra le quali brillerà per sempre il consiglio di usare lo sciacquone solo tre volte al giorno, in modo cumulativo, dopo il passaggio dell'intera famiglia. Già si sapeva, per sua fiera confessione, di Fulco Pratesi che fa una doccia la settimana e cambia le mutande più o meno al cambio della luna. Adesso, il nuovo fronte: la carta igienica.

Sul piano ideale, ci si ritrova sempre allo stesso punto: nessuno discute che la carta non vada sprecata, e che comunque vada riciclata. Però dobbiamo anche confessare tranquillamente una debolezza, senza imbarazzi e senza esagerati sensi di colpa: se c'è un settore dove sprecare è bello, rassicurante, consolante, questo è sicuramente il settore della carta igienica. Per capire quanto lo sia, non serve tanta immaginazione: basta trovarsi occasionalmente nel bagno di un treno, o di una scuola, o di un ospedale, dove i conti in rosso degli enti di gestione propongono quei portarotoli così penosamente vuoti. Il dramma veramente disumano è quando l'utente se ne accorge solo dopo.

La materia, oltre che abbastanza scabrosa, resta altamente controversa. Conosciamo tutti quanta differenza corra, a volte, tra l'ambientalismo ortodosso e una sana armonia di vita. L'esempio più sublime, proprio in ambito toilette. Da un punto di vista puramente ecologico, il bidet è invenzione assurda: consuma molta acqua per parti ignobili. Eppure, a noi italiani piace pensare come questa invenzione controsenso ci distingua a livello di raffinata civiltà da certi popoli, i francesi in prima fila, che tanto se la tirano e ancora non l'adottano.

L'analisi ideologica non cambia per la carta igienica: ci sarà sicuramente qualche mistico dell'ecologia pronto a esibire il suo consumo eroico, un rotolo al mese, due rotoli al semestre, ma questo non deve impressionarci o avvilirci. Non sempre la modica quantità è sinonimo di virtù.

E se dieci piani di morbidezza sono fuori regola, siamo pronti a pagare il condono.

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