L’ex Palazzo delle Poste dove la storia è il vero lusso

L’Ortea a Ortigia, dopo 30 anni di abbandono, ora offre esperienze della Siracusa più autentica

L’ex Palazzo delle Poste dove la storia è il vero lusso
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Non serve guardare troppo lontano nel tempo per trovare qualche siracusano che si ricorda perfettamente di quando, da ragazzino, veniva a imbucare una lettera nel vecchio Palazzo delle Poste, affacciato sul Porto Piccolo di Ortigia. Dal 1920 nella Siracusa più storica che c’è, in una Sicilia che sa di Grecia più della Grecia stessa, quest’edificio monumentale che alla cerimonia di posa della prima pietra aveva visto anche il Re Vittorio Emanuele III, realizzato in nove anni dall’architetto Francesco Fichera e sede del primo telegrafo dell’isola, è rimasto a dominare il Porto, vuoto e abbandonato. Per trent’anni. Oggi il vecchio palazzo della Poste è diventato «Ortea », hotel cinque stelle di lusso, dove per lusso non si intende solo il luogo e l’eccellenza dei servizi (come si può facilmente immaginare) ma quello di poter vivere esperienze uniche, da turisti non convenzionali, nel solco tracciato dalla tradizione più autentica. Per ristrutturarlo, in uno slalom di vincoli della sovrintendenza, ci sono voluti praticamente tanti anni quanti per realizzarlo. Ma l’idea del progetto era chiara: «ciò che è vecchio è nuovo di nuovo». A crederci i cinque fratelli Russotti, una famiglia dalle radici siciliane prima che un gruppo finanziario proprietario di 5 hotel, oggi il franchisee più importante di Marriott in Italia. L’ultimo a

Milano, in via Washington, con lo spazio congressuale più storico e più grande della città. Ma qui a Ortigia è un’altra storia. Che affonda nell’antichità. Agli americani che arrivano ormai a frotte in Sicilia dopo il successo della serie The White Lotus (tant’è vero che da quest’estate per la prima volta ci sono anche voli diretti New York Catania), l’Ortea offre carta e penna, per scrivere una raffinata antica cartolina - ad esempio - da imbucare in una casella postale rimasta qui a contenere il tempo che fu. Oppure a fare lezione di calligrafia nella Stanza delle Meraviglie utilizzando vecchi pennini e inchiostro su quella carta di papiro, una pianta che qui - unico luogo in Europa - cresce da sempre autoctono, tra miti e leggende intorno alla fonte di Aretusa. Ma l’arrivo è solo una partenza, che inizia con lo Sharbat, una selezione di granite a base di piante sacre legate alle divinità di luoghi e si intreccia in racconti dentro la vita vera. La reception non è solo la gestione impeccabile delle 75 camere vista mare, è il passpartout per andare a cena nella villa storica di (attuali) 90 stanze del giovane nobile siciliano che porta avanti le sue secolari tradizioni, o a casa di un artista locale per toccare la sua collezione di Teste di Moro del ’700 e soprattutto per assistere agli spettacoli nel magnifico teatro greco di Siracusa per sedersi laddove si può immaginare ci sia stato anche Platone, grazie a una stretta collaborazione con Inda, l’istituto nazionale di arte antica.

E per chi si vuole sporcare le mani ancora di più, basta svoltare l’angolo in compagnia dello chef dell’hotel Salvatore Barbara per far la spesa al banco del mercato del pesce per poi cucinarlo e mangiarlo nel ristorante al terzo piano dell’hotel. E alla fine il lusso è un ricordo indelebile.

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