Ambiente

Dalla Russia a Rovereto, alcuni tra i musei più green al mondo

L'Hermitage, i musei di Parigi e San Francisco e due strutture italiane molto importanti: quali sono i musei più ecosostenibili al mondo

Dalla Russia a Rovereto, alcuni tra i musei più green al mondo
Tabella dei contenuti

La sostenibilità riguarda tutto e tutti oggi. Non solo ognuno può fare del suo meglio per la tutela del pianeta, ma anche enti, strutture e imprenditori possono e devono fare altrettanto, come suggerisce l’agenda dell’Unione Europea in tal senso. E che ci si trovi in area Schengen o meno, il discorso non cambia. È per questo che anche i musei sono sempre più ecosostenibili, e optano per energie pulite, economiche e rinnovabili, politiche con rifiuti zero e soprattutto puntano a mostrare alla loro utenza un mondo diverso, più green.

Hermitage a San Pietroburgo

Hermitage

Tra i musei più ecosostenibili al mondo c’è sicuramente l’Hermitage di San Pietroburgo, un tempo residenza degli zar, oggi “casa” di grandissime opere d’arte. Come spiega Ecobnb, l’Hermitage ha abbattuto i consumi energetici utilizzando lampadine a risparmio energetico e può essere raggiunto a piedi o attraverso i mezzi pubblici. È un'enorme struttura, il fatto che sia riuscita ad abbattere i consumi del 60% è molto significativo.

Quai Branly a Parigi

Quai Branly

Il Quai Branly di Parigi è un museo etnologico che accoglie le culture indigene più disparate, ed è caratterizzato da un giardino verticale di 800 metri quadrati che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria e alla mitigazione del microclima. Si avvale inoltre di energia solare e geotermica per tutte le proprie esigenze in termini di illuminazione e climatizzazione.

California Academy of Sciences a San Francisco

California Academy of Sciences

A San Francisco si trova la California Academy of Sciences, in cui si conducono progetti scientifici sull’ambiente e sull’educazione ambientale, tra le altre cose. All’interno c’è un grandissimo acquario, una mostra permanente sulla foresta pluviale, un planetario e un’area dedicata alla storia naturale. L’edificio è stato progettato da Renzo Piano e ha un tetto completamente vegetale, inoltre la struttura, con il riutilizzo delle acque reflue, alimenta le piante che si trovano nell’intero complesso. Non c’è aria condizionata, ma finestre che si aprono, e inoltre la presenza delle piante mitiga il microclima. Sono presenti anche pannelli solari e tecnologie che si avvalgono della trasformazione dei fulmini in energia. Quasi tutte le strutture metalliche sono fatte in materiale riciclato.

MuSe a Trento

MuSe

Il MuSe è il Museo delle Scienze a Trento. Qui il concetto di ecosostenibilità è a 360 gradi. Per esempio esiste all’interno della struttura una Galleria della Sostenibilità, in cui sono contenuti reperti e testimonianze per capire come si possa dare una mano in più al pianeta. Inoltre il MuSe aderisce a Museintegrati, un progetto di ricerca che promuove buona pratiche per lo sviluppo locale sostenibile dei musei, propone collaborazioni con enti dedicati all’educazione alla sostenibilità (come con Asvis - Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) e vi si può accedere servendosi di mezzi pubblici che si spostano grazie a energie green. E anche la pausa caffè nel museo è sostenibile, grazie all’utilizzo di materie prime biologiche, locali e solidali, grazie alla politica di riduzione dei rifiuti, il risparmio energetico e idrico, le pulizie con detergenti esclusivamente green.

Mart a Rovereto

Mart

Il Mart è il Museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento. Qui si svolgono, com’è consuetudine, diversi convegni e incontri sul tema della sostenibilità. Ma più di tutto è la struttura stessa del museo a essere ecosostenibile: l’architettura del complesso è sormontata da una cupola in vetro, accompagnata lateralmente da feritoie e pozzi luce che consentono di usufruire della luce naturale per diverse ore al giorno.

A questo si devono aggiungere gli impianti energetici all’avanguardia, che hanno ridotto al minimo le emissioni di CO2 e l’inquinamento sonoro.

Commenti