La frenata di Trump. "Non invierò soldati. E forse la Russia non vuole la pace"

Donald: "Putin si comporti bene, Zelensky sia flessibile". Si tratta sulla difesa aerea

La frenata di Trump. "Non invierò soldati. E forse la Russia non vuole la pace"
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Niente adesione di Kiev alla Nato, nessuna presenza di soldati Usa sul terreno, ma un possibile supporto aereo americano come garanzia di sicurezza per l'Ucraina. Donald Trump all'indomani del vertice fiume a Washington con Volodymyr Zelensky e i leader europei (Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb, Ursula von der Leyen e Mark Rutte) delinea i prossimi passi e i paletti per arrivare alla fine "di una orribile guerra".

Anzitutto, il presidente spiega su Truth che durante il colloquio con lo Zar del Cremlino ha iniziato ad "organizzare un incontro da tenersi entro fine agosto, in un luogo da definire, fra Vladimir Putin e Zelensky, e dopo avremo un trilaterale anche con me". Poi, in un'intervista a Fox News, ribadisce: "Lasciamo" che i due presidenti si incontrino per primi, sono loro che devono prendere le decisioni, e "non sono esattamente migliori amici". "È possibile che Putin non voglia raggiungere un accordo. Scopriremo di più nelle prossime due settimane", prosegue, sottolineando di avere "un buon rapporto" con il leader di Mosca, ma questo "conta solo se riusciamo a portare a termine le cose". "Spero che sia bravo, altrimenti la situazione sarà dura. Anche Zelensky deve mostrare un po' di flessibilità".

Il tycoon analizza come si potrebbe garantire una pace a lungo termine in Ucraina, a partire dal fatto che l'adesione all'Alleanza Atlantica non può essere la forma di sicurezza sulla quale Kiev deve fare affidamento: "Non faranno parte della Nato, ma abbiamo le nazioni europee e alcune di loro Francia, Germania, Regno Unito vorranno avere truppe sul terreno. Non credo che sarà un problema". Dagli Usa ci potrebbero essere garanzie di sicurezza attraverso il supporto aereo, ma Trump esclude l'invio di truppe americane a difesa del confine ucraino: "Avete la mia garanzia, e io sono il presidente. Sto solo cercando di impedire che la gente venga uccisa", afferma. Lunedì The Donald non aveva scartato l'ipotesi, dicendo che ne avrebbe discusso "con sette grandi leader", ma ora dice che è fuori discussione. Le motivazioni che lo spingono a tentare di mettere fine al conflitto? "Voglio davvero andare in paradiso", risponde il comandante in capo.

Trump parla ancora del vertice con gli europei alla Casa Bianca, e sottolinea: "Sono ottimi leader e vogliono tornare a guidare i loro Paesi. Sono molto più preoccupati di noi... Noi abbiamo un oceano che ci separa, ma loro no, sono lì vicino. Sulla sicurezza, hanno la volontà di inviare truppe sul terreno e noi li aiuteremo in qualche modo, forse con un supporto aereo, perché nessuno ha il tipo di materiale che abbiamo noi. Non credo questo sia un problema a dire il vero. Credo che Putin sia stanco della guerra". L'altro aspetto cruciale è lo status delle aree di territorio occupate dalla Russia: il presidente degli Stati Uniti ribadisce che l'Ucraina deve accettare che non riavrà indietro i territori perduti, inclusa la regione orientale del Donbass, ma in cambio otterrà la pace. "Immagino che abbiate tutti visto la mappa. Una grossa fetta di territorio è stata presa. Si parla del Donbass, e in questo momento è controllato al 79% da Mosca", spiega, ribadendo che Kiev non è abbastanza potente da cambiare la situazione.

Durante l'incontro nello Studio Ovale, Zelensky si è detto disposto a discutere le questioni territoriali, ma ha precisato che devono essere

negoziate tra lui e Putin, come riferisce un funzionario ucraino ad Axios. E allo stesso tempo, stando alle fonti del sito, durante la chiamata con lo Zar il tycoon lo ha esortato a essere "realistico" sulle sue richieste.

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