A un certo punto s'era sparsa la voce che Mario Monicelli fosse scivolato nella doccia, facendosi male. Non era così grave. Il grande vecchio è apparso puntuale in Sala Grande, dritto e deciso, esibendo solo un cerotto sulla guancia ossuta. Confermata anche la parata delle istituzioni, con Rutelli, Galan e Cacciari seduti l'uno vicino all'altro sul palco d'onore (ma il sindaco ha preferito entrare da una porta laterale), a testimoniare la voglia di fattiva collaborazione sul nuovo Palazzo del cinema.
Ambra Angiolini, abito Armani avorio e capelli raccolti, se l'è cavata bene nel ruolo di madrina. In molti non la ritenevano all'altezza, per via del recente approdo al cinema, così lei, magari esagerando un po', ha esordito citando Bruce Chatwin e Pedro Almodóvar: per chiedersi con lo scrittore «Che ci faccio qui?», e con il regista «Che ho fatto io per meritare questo?». In tutto avrà parlato un minuto e mezzo, senza incespichi, appena emozionata, per ricordare i 75 anni della Mostra, «bella signora attraversata dalla storia e consegnata alla storia». Poi è stata la volta del presidente Croff.
Di nuovo ha sottolineato il valore simbolico della palla gigante che fuoriesce fellinianamente dalla facciata del Palazzo: «Simbolo di superamento del vecchio, di pronta ricostruzione oltre la precarietà della contingenza». Come al solito ispirato, il direttore Müller ha parlato a braccio, omaggiando i predecessori e definendo la Mostra una sorta di «sismografo». Già sentito. Divertente invece il siparietto involontario con il presidente della giuria, Zhang Yimou, che parla solo cinese: sicché il direttore sinologo ha fatto da traduttore simultaneo, traducendo anche i nomi degli altri giurati, perché non si capiva un accidente. Il regista di Lanterne rosse, sempre più scavato in viso, è stato al gioco. Sussurrando: «Non so cosa accadrà nei prossimi 75 anni della Mostra. Il cinema continuerà ad inseguire i sogni, seguendo i percorsi della fantasia. Ma di sicuro Müller non sarà al timone per tutto questo tempo». Applausi. Ripetuti quando sono risuonati i nomi di Bertolucci e di Pontecorvo. Poi si sono spente le luci. Per riaccendersi due ore e mezza dopo, quando tutti sono sciamati verso la tensostruttura in riva al mare che ospitava il banchetto per mille e passa invitati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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