Cronaca locale

Ambrogino d'oro all'infermiera Marisa Cantarelli, una vita per gli altri

Marisa Cantarelli è la Florence Nightingale italiana, icona vivente di una professione, quella infermieristica, di cui è stata teorica e pioniera

Ambrogino d'oro all'infermiera Marisa Cantarelli, una vita per gli altri

«Non è un premio a me ma alla categoria». Marisa Cantarelli è la Florence Nightingale italiana, è l'icona vivente di una professione, quella infermieristica, di cui è stata teorica e pioniera. L'Ambrogino d'oro che le verrà conferito è un premio alle sue intuizioni: laddove i medici vedono (giustamente) prima la malattia, la Cantarelli ha intuito quanto fosse necessario spostare il focus dell'assistenza dai compiti da assolvere (il vecchio mansionario) alla persona da assistere: «Il paziente è innanzitutto una persona, con i suoi bisogni specifici e unici», ama sempre dire e ripete al Giornale (non senza tradire qualche emozione), ricordando come gli infermieri «soprattutto durante questi due anni e rotti di pandemia», siano stati «una famiglia per i pazienti».

Nata a Milano 92 anni fa, la divisa da infermiera come seconda pelle, Marisa Cantarelli ha portato el coeur de Milan dentro la professione che ha contribuito a far nascere e che oggi conta oltre 460mila iscritti, un numero che rende la Federazione nazionale ordini professionali infermieristici la prima in Italia per iscritti. La presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli ha ringraziato il Comune di Milano, il sindaco Giuseppe Sala e quanti hanno promosso la sua candidatura: «La Cantarelli ha segnato con la propria vita personale e professionale la storia degli infermieri negli ultimi settant'anni, tracciandone i cambiamenti».

La Cantarelli ascolta queste parole e si schernisce. Infermiera professionale nel 1950, poi assistente sanitaria e infine dirigente dell'assistenza infermieristica alla Sapienza di Roma. Poi il ritorno in Lombardia come dirigente in Regione dopo un'esperienza a Pozzuoli, la scalata alla Scuola universitaria di discipline infermieristiche, le docenze in Sda Bocconi, Istituto di Igiene e al Centro di Formazione e di Ricerca Abbiccì, di cui è direttore responsabile, il suo lavoro nella Scuola italiana di cure palliative e nel Comitato Etico dell'ateneo milanese. Non bastano le numerosissime pubblicazioni sulle riviste specializzate, l'impegno per le donne e per i giovani alla Statale che nel 2013 le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze Infermieristiche e Ostetriche «per aver fondato la prima scuola di pensiero italiana della disciplina infermieristica», messo nero su bianco nel Modello delle Prestazioni Infermieristiche.

Oggi il suo impegno è a fianco della Mangiacavalli nel tentativo di garantire agli infermieri almeno quattro obiettivi: la necessità del lavoro in équipe multiprofessionali, la specializzazione, un migliore riconoscimento economico e la libera professione intramoenia. Se il nostro sistema sanitario, seppur fragile, ha gambe forti per correre tra una corsia e una lettiga è merito della Cantarelli, una vita spesa al servizio degli altri, nella bellissima tradizione del coeur milanese.

Un cuore d'oro.

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