"Ambulanze con la scorta nei campi nomadi"

La Regione chiede al prefetto di affiancare le forze dell’ordine ai volontari che prestano soccorso. L’assessore Bresciani: "Aggressioni inaccettabili, abbiamo il dovere di tutelare i nostri volontari"

La prossima volta che le ambulanze dovranno entrare in un campo rom lo faranno sotto scorta. La Regione Lombardia intende chiedere al prefetto di Milano di autorizzare l’affiancamento delle forze dell’ordine ai mezzi del 118 per evitare che i soccorritori vengano aggrediti, come è accaduto venerdì in via Barzaghi. I medici hanno avuto serie difficoltà a fare il loro lavoro. Oltre all’emergenza dei quattro uomini coinvolti nell’incidente in auto (tra cui un 17enne deceduto poco dopo all’ospedale Sacco) hanno dovuto gestire anche percosse, spintoni, insulti, pressioni da parte della comunità rom. E perfino qualche maldestro tentativo di rubare i mezzi di soccorso.
«Nonostante la tempestività, l’efficacia e l’esperienza operativa dei mezzi accorsi sull’evento - denuncia l’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - abbiamo riscontrato un atteggiamento inaccettabile e aggressivo da parte di alcuni rom che hanno percosso i soccorritori e cercato di sottrarre un’ambulanza».
I nomadi si sono scaldati per un presunto ritardo delle ambulanze e un gruppo di rom inferociti ha cominciato, dopo pochi minuti, a inveire contro gli operatori, riempendoli di male parole e cercando di aggredirli. Eppure il rapporto dell’Agenzia regionale di emergenza urgenza, responsabile del 118, parla di una prima chiamata per soccorrere i feriti alle 15.31 e registra l’arrivo sul posto del primo mezzo di soccorso alle 15.38 (sette minuti dopo). Alle 15.41 è arrivato un secondo mezzo. Dunque non c’è stato nessun ritardo nei soccorsi, nessuna inadempienza.
«Il sentimento etico impone di prestare soccorso a chiunque abbia bisogno - aggiunge Bresciani - e, al tempo stesso, è nostro dovere non esporre i nostri volontari e i professionisti del soccorso alla violenza dell’arroganza rom. Per questo chiederemo che per i nostri interventi nelle aree controllate dai nomadi intervenga la scorta di sicurezza. Un elemento ineludibile per rispettare i diritti di chi generosamente si sacrifica per il bene e la salute pubblica».
L’idea della scorta non dispiace nemmeno agli staff dei soccorritori che, con un’agente a fianco, riuscirebbero a far fronte con più tranquillità alle varie emergenze. Senza rischiare di ricevere ancora sprangate sulla schiena mentre rianimano i feriti. «Non è certo necessario un assetto da guerra - spiega il direttore del servizio di emergenza urgenza, Giovanni Sesana -, tante volte basta una divisa. La sola presenza degli agenti fa da deterrente a certi comportamenti violenti e ci permette di lavorare meglio. Sarebbe utile essere affiancati dalle forze dell’ordine, anche solo per placare gli animi. Lo vediamo spesso per strada, tanto più in un campo rom. Mi rendo conto che in situazioni di emergenza come quella di ieri, la tensione è alta e i minuti sembrano infiniti. Di solito la gente si agita e percepisce il trascorrere del tempo in modo alterato, anche se si tratta solo di pochi minuti. Venerdì i nostri mezzi sono arrivati prestissimo e i nostri ragazzi, nonostante gli spintoni e gli insulti, sono stati bravissimi».


Due 12enni sono stati ricoverati d’urgenza al Niguarda e al Fatebenefratelli e l’unico passeggero adulto, un uomo di 36 anni, è stato portato al San Carlo. All’ospedale sono finiti anche due soccorritori, accompagnati al Sacco per qualche medicazione e radiografia dopo aver ricevuto le bastonate dei rom sulla schiena.

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