Amd trascina al ribasso i titoli dei microchip

da Milano

Amd non ha retto la concorrenza con il supergigante Intel e così, nel primo trimestre dell’anno, il suo fatturato è sceso del 22% a 1,5 miliardi di dollari. Il secondo produttore mondiale nel settore dei chip che produce anche a Dresda, in Germania, oltre che ad Austin, nel Texas, ha aggiunto che licenzierà 1.650 dipendenti, pari al 10% della forza lavoro. Alla Borsa di New York i titoli Amd sono scesi di quasi il 4%. Una performance davvero negativa per l’unico vero concorrente rimasto a Intel sui chip per personal computer. «È un problema di prodotti - ha spiegato l’analista Cody Acree -, se non vuole perdere quote di mercato Amd deve tagliare i prezzi». La quota della società sul mercato dei chip per pc è pari al 23%: il resto è nelle mani di Intel. Per un certo periodo, però, le cose per Amd erano andate bene in quanto la società era riuscita a battere Intel su una serie di chip che hanno migliorato le performance dei personal computer. In seguito l’amministratore delegato di Intel, Paul Otellini, è riuscito a riprendere in mano la situazione lanciando sul mercato una serie di chip molto innovativi, soprattutto per quanto riguarda le performance dei computer portatili.
La crisi di Amd si è fatta sentire anche sulle quotazioni di Stmicroelectronics, che ieri ha perso oltre il 3 per cento.

A pesare sui corsi c’è stato anche il taglio dell’outlook arrivato l’altro ieri da Standard&Poor’s che ha rivisto al ribasso, da stabile a negativo, le previsioni a causa delle non brillanti prospettive di vendita e del progressivo deprezzamento del dollaro sull’euro. Il comparto dei microprocessori ha visto anche Infineon cedere il 7% e Asml oltre il 5 per cento. La crisi dei chip non ha risparmiato neppure la stessa Intel che ha chiuso con una perdita di quasi il 2 per cento.

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