Bankitalia ha costretto Popolare Milano (+7% ieri in Borsa) a tagliare fuori dalla gestione i vecchi amministratori e ha imposto, insieme alla governance duale, un aumento di capitale che ha di fatto consegnato listituto nelle mani di Andrea Bonomi senza bisogno di alcuna Opa. Chiamata dal capo di Investindustrial, Egon Zehnder ha iniziato a fare gli «esami» ai primi trenta manager della banca, ma sugli scranni dellAssociazione «Amici» molti volti sono rimasti gli stessi malgrado le elezioni per il rinnovo.
Dopo le urne, alla guida dellorgano che rappresenta i dipendenti-soci della cooperativa è stato chiamato Salvatore Carbone (Fisac), vecchia conoscenza dellassemblea dei delegati poi entrato nel consiglio direttivo al posto di Gianfranco Modica, altro nome storico dei sindacati di Piazza Meda. Carbone, che era stato il più votato dalla base, ha due vice presidenti: Anna Ferrari (Uilca) e Daniele Ginese, ex coordinatore della Fabi e transfuga in Uilca insieme a una dozzina di attivisti. Completano i 6 posti dell«ufficio di presidenza» Massimiliano Pagani (Uilca) e due new entry: Pier Giorgio Colombini (dirigente di agenzia) e Arcangelo Fiore (direttore informatica) per le minoranze. Quasi tutti «uscenti» gli altri sette prescelti che, con lufficio di presidenza, formano il «consiglio direttivo» degli Amici.
Ma la continuità marmorea di Bpm è ancora più chiara nel «Comitato di controllo e garanzia» dellAssociazione. Sono i cosiddetti «Saggi» dove, complice unopportuna modifica allo statuto, hanno ora trovato un «impiego» gran parte dei vertici uscenti degli Amici altrimenti ineleggibili perché già al limite dei mandati possibili. Lassociazione è per statuto separata dai sindacati, ma stando alla provenienza dei nuovi vertici a imporsi è stata la Uilca, che aveva combattuto con la Fisac per Bonomi contro il fronte Fabi e Fiba.
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