Amministrative, i giochi sono fatti Pdl pronto al ribaltone in 37 città

È il vero traino di queste elezioni, a guardare i dati definitivi sull’affluenza alle urne: sotto il 67% le Europee, contro il 76,7% degli italiani che hanno votato per eleggere 4.281 sindaci e il 70,5% che si è espresso sulle 62 poltrone di presidenti di Provincia in palio. L’ultimo voto alle amministrative vive principalmente nelle sfide delle grandi città. Da nord a sud, il confronto tra Popolo della libertà e Partito democratico si snoda attraverso le partite chiave per «incoronare» i primi cittadini di Bergamo, Padova, Bologna, Firenze, Livorno, Pescara e Bari. Sul fronte delle provinciali, spiccano i duelli di Torino e Milano su tutti, ma l’attesa del verdetto cresce con la chiusura dei seggi anche a Napoli, Venezia, Parma, ancora Pescara e Bari. E poi le due province calabresi di Cosenza e Crotone, date in bilico.
Dalle 14 di oggi si parte con lo spoglio, i primi risultati arriveranno soltanto in serata. Intanto è possibile fare qualche previsione su come andrà a finire, sulla base della simulazione diffusa nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, elaborata utilizzando i dati alle Politiche 2008 e facendo riferimento alle alleanze in corso. Ebbene, lo scenario è il seguente: con ogni probabilità, mentre nei Comuni capoluogo potrebbe terminare in pareggio (15 a 15), nelle Province il centrodestra staccherebbe il centrosinistra 37 a 25. In totale fa 52 amministrazioni a 40 per Pdl, Lega e alleati locali. Una situazione diametralmente opposta a quella delineata nel 2004, quando il centrosinistra riuscì a strappare 75 maggioranze su 90 (ballottaggi compresi). In altre parole, se tali previsioni venissero suffragate dallo scrutinio, il Pd vedrebbe in pratica dimezzarsi le proprie giunte e il Pdl si ritroverebbe un «tesoretto» di 37 amministrazioni sottratte all’avversario rispetto a cinque anni fa.
Giudizi complessivi che però passano necessariamente dalle «battaglie campali» dei grandi centri. A Torino corrono sul filo del rasoio il presidente della provincia uscente Antonino Saitta (sostenuto da Pd, Idv, Sinistra, Socialisti, Verdi e altre tre liste) e la candidata di Pdl e Lega Claudia Porchietto. Gli osservatori sono certi di un fotofinish al primo turno in vista del ballottaggio: la distanza tra i due sarebbe di poche migliaia di voti, con Saitta in lievissimo vantaggio. Da sottolineare che il candidato democratico, nel 2004, la spuntò senza aspettare la seconda tornata.
Affatto scontata la gara per la fascia tricolore pure a Bologna. Qui Pd e Idv, ricompattati con la sinistra radicale, presentano Flavio Delbono, contrapposto all’azzurro ex presidente del Bologna Alfredo Cazzola segnalato in forte rimonta. Outsider di lusso l’ex sindaco Giorgio Guazzaloca con la sua lista civica: i consensi su cui può contare potrebbero rivelarsi decisivi facendo sfumare una vittoria immediata di Delbono. L’eventuale ballottaggio in una roccaforte storica del Pd come Bologna sarebbe sintomatica di una flessione dai contorni ben più ampi. Basta prendere il caso di Firenze, teatro di una sorta di riedizione dello scontro «guelfi-ghibellini». Il candidato sindaco piddino, Matteo Renzi, in campagna elettorale ha visto ogni giorno ridursi il proprio vantaggio sullo sfidante Giovanni Galli del Pdl. Si profila quindi un testa-a-testa che ormai non stupisce nessuno. Tanto più che - è la curiosità - lo stesso Renzi ha fatto a meno innanzitutto del suo voto: residente a Pontassieve, non ha potuto scrivere il proprio nome e cognome sulla scheda azzurra (!). A Napoli, piuttosto, il ribaltone sembra a un passo dall’annuncio ufficiale. Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Provincia, quel Luigi Nicolais in rotta con Rosa Russo Iervolino dopo la faccenda dei colloqui registrati, deve vedersela con Luigi Cesaro (Pdl, ma forte dell’appoggio dell’Udeur di Mastella). Ma Cesaro potrebbe brindare già stasera: le ultime rivelazione stimano un vantaggio di 20 punti percentuali sul ministro del governo Prodi.
Pronostici comunque da rapportare al dato elevato sull’affluenza alle sole amministrative.

Un elemento che può consentire al Pd di limitare i danni al cospetto di un Pdl lanciato verso il sorpasso, soprattutto al Centro (in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche). Quasi certe infatti le conferme, o addirittura il cambio di colore dei governi locali a favore del centrodestra, al Nord (in Piemonte, Lombardia, Veneto) e al Sud (en plein in Campania e Puglia).

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