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Ammortizzatori anche ai precari

GARANZIE Il piano dell’esecutivo allarga la cassa integrazione ai lavoratori a termine. Sì ai contratti di solidarietà e alla settimana corta

Un accordo da 8 miliardi di euro: tanto vale l’intesa sugli ammortizzatori sociali siglata tra il governo e le Regioni, che consentirà di includere nelle tutele anche quei lavoratori attualmente non coperti dalla cassa integrazione. Niente automatismi, però: l’obiettivo è quello di salvaguardare la base produttiva, utilizzando strumenti come la riqualificazione, a partire da un’attenta analisi dei singoli casi, la settimana corta e i contratti di solidarietà. Un’intesa decisamente fuori dagli schemi, frutto di uno sforzo congiunto tra Stato e Regioni per affrontare «l’eccezionalità della situazione economica», e proprio per questo, come viene precisato nel testo dell’accordo quadro, non è una riforma del sistema, e non è ripetibile. Qualora le esigenze superino le risorse accertate, infatti, il governo dovrà intervenire «con risorse proprie e senza oneri per i bilanci regionali, inclusi i fondi comunitari».
Nel dettaglio, l’accordo prevede tre punti chiave: ammortizzatori sociali in deroga, attivazione del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) ed esclusione dal Patto di stabilità degli investimenti connessi ai fondi comunitari.
Per il sostegno al reddito di tutti quei lavoratori dipendenti o altre figure professionali attualmente non coperti dalla cassa integrazione, complessivamente saranno stanziati 8 miliardi nel biennio 2009-2010. Di questi, 5,350 miliardi saranno versati dallo Stato, che utilizzerà 1,4 miliardi provenienti dai fondi di riserva presso il ministero del Welfare previsti dalla Finanziaria 2009 e dal decreto legge anticrisi, mentre gli altri 3,950 miliardi verranno dalla quota nazionale del Fondo per le aree sottoutilizzate. Il contributo nazionale coprirà così la maggior parte del sostegno al reddito, nonché il pagamento dei contributi figurativi. La parte restante spetterà alle Regioni, che verseranno un contributo di 2,650 miliardi, utilizzando i programmi regionali del Fondo sociale europeo (Fse). Tutto l’accordo, comunque, sarà operativo dopo il via libera della Commissione europea.
Entro 15 giorni, poi, il governo si impegna ad approvare al Cipe la ripartizione di oltre 27 miliardi del Fas a favore delle Regioni, nonché a vararne i programmi già presentati e a restituire le risorse tagliate sulla quota regionale: 1,3 miliardi verranno individuati a partire dal 2011. E, soprattutto, il governo promette che verranno escluse dal Patto di stabilità - e dalle relative sanzioni previste per chi non lo rispetta - le spese connesse agli investimenti fatte da Regioni e Province autonome con fondi comunitari nel 2008, e quelle del Fse relative all’attuazione dell’accordo, a partire quindi dal 2009.

Infine, già dalla prossima settimana verrà aperto un tavolo per affrontare i problemi di quelle Regioni «virtuose» che, per rispettare il Patto nel 2008, hanno fatto slittare al 2009 i pagamenti degli investimenti comunitari impegnati fino al 31 dicembre scorso.

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