Anagrafe dei cani contro i crimini dei loro «padroni»

Caro Dottor Granzotto, ho molto apprezzato il progetto «Turisti a 4 zampe» presentato ieri dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla per contrastare il vergognoso fenomeno dell’abbandono estivo degli animali domestici. Ma esiste purtroppo anche un’altra faccia della crudeltà verso gli animali. Anch’io avevo un cane, una splendida westie di quattro anni e mezzo, dolce-intelligente-ubbidiente-pulita-educata-divertente e chi più ne ha più ne metta... Per ogni amorevole proprietario il proprio peloso è il migliore del mondo, ma Cleo con la sua sensibilità e gioia di vivere era riuscita a far tornare la serenità e il sorriso a mia mamma dopo la scomparsa di mio padre, alla faccia di tutti gli antidepressivi del mondo: strepitosa pet-therapy. Ma qualcuno ha pensato di mettere fine alla festa. Un mese fa se ne è andata, dopo breve e violenta agonia e una precipitosa quanto inutile corsa al pronto soccorso, per mano di qualche sconsiderato che ha pensato bene di lanciare nel giardino di casa una fetta di prosciutto avvelenata. Che dire di un’azione cosi infame, non hanno solo assassinato una bellissima creatura, ma hanno privato mia mamma della sua preziosa compagnia e tutti noi di un essere speciale. Ho dovuto così toccare con mano una triste realtà, simili episodi sono purtroppo molto frequenti e anche nella nostra provincia. Perché le ho scritto? Perché la foto che da sempre individua la sua rubrica testimonia la sensibilità di chi conosce lo straordinario scambio d’affetto tra un due e un quattro zampe. E magari una voce di denuncia in più potrà servire a risvegliare l’attenzione su questi schifosi episodi.
Raffaella Maggi - e mail

Stagione tremenda, l’estate, per i cani. Non c’è legge, non c’è invito, non c’è sanzione che tenga: come sempre accade, anche quest’anno moltissimi di loro saranno abbandonati ad un destino reso più amaro dall’inconsapevolezza di esser stati non più voluti e dunque dallo struggimento per la mancanza del padrone o della padrona che il cane continua ad amare, se non proprio a idolatrare. Non smettendo mai di sperare di ricongiungersi a quel disgraziato, a quel criminale che se ne è liberato lasciandolo sul ciglio di una strada. Andrà meglio quando tutti i cani avranno il loro tatuaggio, la cifra di riconoscimento attraverso la quale risalire al proprietario. Ma non ostante la buona volontà, siamo ancora indietro nell’anagrafe canina, ciò che consente ai criminali di cui sopra di farla franca. Io poi mi chiedo cosa si aspetta a mettere fuori legge pitbull, rottweiler e simili, che con le loro imprese - l’ultima mercoledì scorso a Catania: un bambino sbranato - alimentano diffidenza, paura e spesso odio nei confronti dei cani. È veramente demente il piagnisteo animalista e ipocrita la favola che non esistono cani aggressivi, ma solo cattivi padroni. Certe razze (e certi incroci, soprattutto questi) l’aggressività ce l’hanno nel sangue. Ma un conto è quella del pinscher, che lo prendi per la collottola e glie la fai passare. Un conto quella di un dogo argentino, che si fa morire pur di non mollare la presa. Anche chi ama i cani ha le sue colpe: la prima è di ritenere che tutti li amino o dovrebbero amarli per forza. Non dico l’abbaiare o lasciare che imbrattino i marciapiedi, ma la loro stessa presenza risulta ad alcuni insopportabilmente fastidiosa e noi dobbiamo tenerne conto, gentile lettrice.

Non arrivo a pensare che la sua cagnolina si rimasta vittima di un cinofobo, però meglio star attenti con chi verrà - e sono certo che verrà - dopo Cleo. Magari un fortunato trovatello che nella mala ha avuto la buona sorte di finire in un canile. Dove l’aspetta.
Paolo Granzotto

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