Anastasia e Cirillo

Avvertiamo subito che su questi due martiri dell’antica Roma le notizie storiche sono talmente frammiste alle leggende successive da far dubitare perfino della loro effettiva esistenza. Certi storici arrivano a dire, per esempio, che Cirillo non è mai esistito e che Anastasia va identificata con la martire di Sirmio che viene ricordata in altro giorno. Detto questo, procediamo. Anastasia pare sia stata un’anziana matrona nubile di Roma, caduta sotto la persecuzione dell’imperatore Valeriano. Il prefetto Probo, fattala arrestare perché cristiana, dato il rango di lei avrebbe voluto salvarle la vita. Perciò la fece comparire più volte al suo cospetto e intrattenne con lei lunghe discussioni allo scopo di farla apostatare e indurla a sacrificare agli idoli. Può anche darsi che, sinceramente incuriosito, il magistrato abbia inteso saperne di più a proposito di quella nuova religione, proibita, su cui le dicerie e la vera dottrina era ormai così frammiste da rendere difficile il vederci chiaro. Anastasia accettò di polemizzare col prefetto ma non cambiò idea riguardo alla sua fede. Alla fine, persa la pazienza e visti vani tutti i tentativi verbali, Probo passò alle maniere dure e fece sottoporre la donna a svariate sedute di tortura. Anastasia venne suppliziata in vari modi prima di finire condannata a morte e infine decapitata.

Cirillo sarebbe stato un pagano (magari uno dei carnefici, chissà) che, mosso da compassione alla vista della anziana matrona vessata, le avrebbe dato da bere dell’acqua malgrado il divieto di soccorrerla. Arrestato, subì la stessa sorte.

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