Ancelotti all’attacco: «Il Milan vuol vincere il prossimo scudetto»

Al raduno Braida annuncia: «Può tornare Crespo. Buffon? Ci piace molto». L’ironia del tecnico: «Kakà al Real? Dovevo andarci pure io...»

Claudio De Carli

nostro inviato a Milanello

«Il campionato italiano è sempre molto difficile e per noi potrebbe esserlo un po’ di più. Ma non ci spaventa, noi giochiamo sempre per vincerlo».
Il manifesto della stagione 2006/07 del Milan lo legge Carlo Ancelotti, ma va a braccio, per lui la quinta stagione, 156 panchine con i rossoneri e qualcuna anche buona. Meno 15, Uefa, altro, è il Milan ma è solo la punta di un iceberg quello che appare alle tre del pomeriggio a Milanello, il resto è sottotraccia: «Accettiamo qualsiasi decisione della Corte d’Appello federale, siamo sempre stati protagonisti fino in fondo e così sarà anche quest’anno», l’ulteriore precisazione peraltro non richiesta. Tranquilli: il campionato italiano non perde un altro pezzo.
La gente fuori poca, Braida dentro che spiega subito che non è lui in genere a fare da anfitrione, ma l’importante è cominciare, riporta i saluti del presidente e del vice: «Che è da un’altra parte ma è giusto che sia da un’altra parte impegnato in vicende ben note». Presenta i nuovi, ringrazia Sheva «...che ha vissuto con noi per sette anni la storia di questa società facendo una quantità di reti come mai nessuno era riuscito in questi 50 anni».
Quando si gira verso Paolo Maldini, 23ª stagione in maglia rossonera, nella sala al piano interrato irrompe l’ampio salone dei trofei che profuma d’Europa: «Quello che è successo non ci lascia indifferenti - l’esordio del destro naturale dirottato a sinistra -, sento che mi hanno tolto qualcosa, e ora mi stanno togliendo la possibilità di giocare la Champions league. Non mi rimane molto tempo, per me potrebbe essere l’ultima occasione».
C’è una sorta di pudore a fare certe domande, se qualcuno azzarda o accenna all’argomento, è solo perché Ariedo Braida ha la faccia da brava persona che comprende e perdona, ma ha chiesto tregua fino alle sentenze di secondo grado all’inizio della prossima settimana: «Parliamo solo di calcio per favore». Benissimo: Buffon, Zambrotta, Kakà, Pirlo, come la mettiamo?
Braida parte da due paletti fissi: «Tutto inventato, Kakà e Pirlo restano. Con questa società e questi tifosi, rimane anche questa squadra. Kakà non ha mai parlato con un esponente del Madrid, se a qualcuno risulta altro, lo dica. Ho invece parlato io con il procuratore di Pirlo e gli ho spiegato che è incedibile. E non mi risulta che lui abbia chiesto di andare via dal Milan». Insomma non ha dovuto alzare la voce con nessuno, perché nessuno lo ha fatto arrabbiare. E Ancelotti ci ricama sopra una battuta: «Kakà e il Real? Finirà come con me: tante chiacchiere e poi sono ancora qui».
Che squadra sarà? Quella che da sempre ci chiede il presidente, risponde Braida: «Lui vuole raggiungere gli obiettivi attraverso il gioco. Questa è la filosofia di Silvio Berlusconi e noi abbiamo sempre cercato di applicarla».
Rosa altamente competitiva, fiducia, ottimismo, entusiasmo, Ancelotti dice che avrà più Inzaghi a disposizione e un Gilardino con maggior esperienza: «E Crespo può anche tornare - aggiunge Braida -, c’è tempo fino ad agosto, Ancelotti sa che faremo il possibile per accontentarlo e poi non sarebbe la prima volta che il Milan risolve certe questioni all’ultimo minuto».

Sì, ma Zambrotta e Buffon che segnali sono, c’è guerra fra Juventus e Milan? «Nessuna guerra - confida Braida -, chiedete al procuratore di Abbiati e non potrà che confermare quanto abbiamo fatto per convincere Christian, anche solo per farlo recedere da una decisione affrettata, ma non c’è stato niente da fare, lui ha scelto il Torino». Ma Buffon che storia è? Braida, abbassa la voce: «Non scrivete cose che non dico, ma solo che a me Buffon piace, e piace molto... capito?». Capito.

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