Ancelotti ha la coperta corta Torna Pirlo ma esce Seedorf

Rossoneri con gli uomini contati: rientra anche Nesta, staffetta Gilardino-Inzaghi, l’olandese al massimo in panchina

da Milano

Sono i particolari che fanno la differenza. Prendete l’ultimo. All’improvviso, e senza preavviso, duecento ultrà del Milan, un tempo tiepidi e lontani dalla squadra, guidati dal solito capo finito in una indagine penale, sbucano a Milanello. Chiedono (ad Ancelotti) e ottengono, dal medesimo, di entrare ad assistere all’allenamento, con striscioni e bandieroni incitano i rossoneri, a loro si mischiano anche tifosi qualunque (iniziativa benemerita), persino una signora con tanto di passeggino e pupo al seguito e poi tornano tutti insieme a casa concludendo la scampagnata a Milanello (temperatura primaverile e sole bollente) sicuri d’aver dato una mano ai propri eroi. Allora di quale differenza parliamo? Nel calcio si fa ricorso al sostegno del pubblico in prossimità delle curve più insidiose della stagione. Quella con l’Arsenal, di domani sera, è una di queste, per il Milan in ritardo in classifica nonostante l’incitamento di Silvio Berlusconi alla Juve, ieri a Torino. E non solo perché c’è la qualificazione in bilico dopo lo 0 a 0 dell’andata ma perché il Milan arriva all’appuntamento con gli inglesi (tradizione favorevole in coppa Campioni) nel periodo più basso toccato durante il 2008, quanto a rendimento e a salute fisica. Accadde anche lo scorso anno, di questi tempi, negli ottavi di finale. Ma allora il rivale, il Celtic, non era di quelli irresistibili e fu domato, tra l’altro, nei supplementari.
Il resoconto aggiornato proveniente dall’infermeria milanista è un piccolo massaggio al cuore dei tifosi (esaurito garantito, incasso record di quasi 2 milioni di euro, 80 mila i paganti, arbitro l’austriaco Plautz): Nesta, Pirlo e Kakà, tre degli assenti di sabato sera contro la Lazio sono considerati recuperati a tutti gli effetti. Devono passare attraverso il test di questo pomeriggio a Milanello prima del nulla-osta ma è sicura la loro partecipazione all’evento. Certo Nesta e Kakà, reduci da fastidiosi infortuni, non sono e non possono essere al meglio della forma. Diversa la condizione per Pirlo, bisognoso di riposo, due turni di fila (Catania e Lazio) per riguadagnare forze e lucidità. Emerson e Jankulovski, per gli stessi motivi (riacutizzarsi di vecchi acciacchi) sono fuori gioco: un briciolo solo di ottimismo per Seedorf, eventualmente disponibile per la panchina. Ed è questo il punto: il Milan ha i titolari contati (11 in tutto), mancano all’appello i sostituti provenienti dalla panchina, da Serginho a Cafu, l’elenco è chilometrico e deve suggerire per il futuro interventi adeguati sul mercato.
Schieramento fatto, allora, per Ancelotti. Con Kakà disponibile e Seedorf ko, lo schema a due punte, con Inzaghi che dà il cambio a Gilardino (diventato ieri papà, è nata Ginevra), è inevitabile. Sicuro l’allestimento difensivo con Oddo, Nesta, Kaladze e Maldini, scontato il centrocampo nella sua tradizionale formazione, Gattuso più Pirlo e Ambrosini, richiamato sabato sera agli straordinari per l’infortunio toccato a Emerson.

Non ha altre risorse Ancelotti: e se dovesse rivolgersi alla panchina, le uniche pedine su cui fare affidamento sono Bonera, Gourcuff e Gilardino stesso. Da qualunque parte lo si prenda, il Milan è una coperta corta. E perché risulti sufficiente contro l’Arsenal c’è bisogno di qualche magia.

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