Ancelotti insiste sul KaRoPa «Ma non aspettate sempre Pato»

Il tecnico: «A Udine rischiamo? No, tre punte esaltano le nostre qualità». Poi prende in giro Ronaldo con le treccine: «Che aspetto sublime»

nostro inviato a Udine

Ci vuole del fegato o si tratta di un attacco di sana follia calcistica nel piombare a Udine, per la sfida che può orientare il destino per il quarto posto, armato del KaRoPa, il tridente Brasile, uscito dal debutto col Napoli tra squilli di tromba e rullo di tamburi? Carlo Ancelotti, dopo una settimana di riflessione, inarca il sopracciglio e garantisce: «È una scelta razionale, confermata per esaltare le qualità del Milan e non per limitarle. È vero, col Napoli abbiamo dimostrato nel primo tempo poco equilibrio ma è anche vero che con questa formula, Seedorf mediano, più Kakà e due attaccanti, abbiamo giocato tante partite». Verissimo. Se è per questo ai tempi dello scudetto targato 2004, quel Milan spettacolare riuscì persino a schierare in aggiunta due terzini-ala (Cafu a destra e Pancaro a sinistra) senza imbarcare acqua. Anzi, imponendo alla Roma di Capello un distacco finale di 11 punti.
Forse la spiegazione sta tutta nella missione dichiarata del Milan 2008. Risalire la china del quarto posto non può essere affidata a un inseguimento scandito da ridotta velocità. L’anno prima riuscì, d’accordo ma davanti Empoli e Palermo rallentarono in modo sfacciato e bastarono i sette sigilli di Ronaldo per raggiungere la sponda sicura del quarto posto, prima di volare ad Atene. Ora bisogna andare a 100 all’ora rischiando qualche sbandata pur di raggiungere chi sta davanti (Udinese e Fiorentina in particolare) che non offre segni di cedimento. Non si tratta di fegato, allora, di coraggio insomma ma di un (in)sano calcolo tattico che tiene conto della possibilità che Pato non ripeta, alla seconda prova consecutiva, le stesse magie fatte vedere una settimana prima provvedendo a colmare le lacune attraverso altri aggiustamenti, provati e riprovati in settimana. «Non possiamo pretendere da Ronaldo che ci dia una mano in fase difensiva, possiamo pretendere invece dagli altri, a cominciare da Pato, maggiore copertura e dalla difesa una maggiore attenzione» è la franca ammissione di Ancelotti che si ritrovò da giocatore, ai tempi di Arrigo Sacchi, a misurarsi col trio delle meraviglie del Napoli, MaGiCa (Maradona-Giordano-Careca). Avverte ancora Ancelotti: «Da Pato non bisogna attendersi un crescendo. Alla sua età alternerà spunti spettacolari a qualche pausa». I 18enni si maneggiano così, con cura, ripassando le avvertenze.


Così tutto il Milan ricomincia da Ronaldo, presentatosi con le treccine all’appuntamento della partenza per Udine («il suo aspetto è sublime» la battuta strepitosa di Ancelotti), dimenticando la designazione dell’arbitro Farina (precedente scomodo per il fischietto gli errori di Palermo; «non ci penso proprio» la risposta di classe del tecnico rossonero) da un canto e le assenze patite all’ultimo momento (Maldini influenzato, Dida fermato da una distorsione al ginocchio destro) che richiamano in servizio permanente effettivo Kalac e Favalli. Deve fare tutto il KaRoPa, insomma, anche contro l’Udinese che non è poi il Napoli. Sarà.

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