«Ancelotti non vuole Pirlo». E Dzeko si complica

nostro inviato a Villasimius

Bisogna arrendersi all'evidenza: la crisi non ha risparmiato neppure il Milan. La cessione di Kakà ne era stato il primo evidente sintomo, ora la malattia è conclamata: «I tifosi devono rendersene conto che la crisi ha colpito tutti - attacca Galliani, a conclusione del workshop con gli sponsor rossoneri al "Tanka village" di Villasimius -. Non smantelleremo la squadra, ma faremo di necessità virtù, il che significa creare un gruppo competitivo rispettando i bilanci».
Un obiettivo che l'ad rossonero si è prefisso di raggiungere già a partire dal prossimo anno, attraverso un'attenta gestione delle spese: «Possiamo spendere solamente quello che fatturiamo», spiega Galliani strizzando l'occhio agli sponsor, che dopo le tv sono la seconda maggiore fonte di introiti nelle casse di via Turati. E in clima di austerity, anche il monte ingaggi subirà qualche sforbiciata, fino a ridursi del 20 per cento. «Gattuso si è già detto disponibile ad allungare il contratto da 2 a 3 anni senza alcun ritocco in busta paga. Come sempre dà il buon esempio, in campo, nello spogliatoio e in sede», l'annotazione di Galliani. Cambiano gli scenari "borsistici" del Milan, si livellano anche gli obiettivi dei rossoneri e l'asticella si abbassa di almeno una tacca: «Arrivare nei primi 3 in campionato e andare avanti il più possibile in Champions League», magari facendo crescere quella linea verde che il Milan sta pian piano riportando a Milanello (ieri i rossoneri hanno vinto alle buste il centrocampista Davide Di Gennaro, classe 1988) e ricreando una primavera altamente competitiva, che dalla prossima stagione potrà puntare sul nuovo direttore sportivo Mauro Pederzoli, ex del Torino e per tre anni scout di Rafa Benitez al Liverpool. Bloccatissimo il mercato in entrata - difficile l'arrivo di Cissokho, arriverà soltanto una prima punta, se non va in porto l'affare Dzeko (proprio ieri sera l’attaccante si è riavvicinato al Wolfsburg), Galliani ha ammesso di aver già contattato Wenger per trattare Adebayor (in alternativa Luis Fabiano) - il numero due di via Turati blinda tutti gli altri big, dopo aver già perso Kakà: «Ho incontrato giovedì sera Ancelotti a cena - racconta -, ma non mi ha assolutamente chiesto nulla di Pirlo: l'unica offerta ufficiale ricevuta è stata per Pato, un'offerta mostruosa che però è stata rifiutata». Favalli ha prolungato per un'altra stagione, situazioni leggermente diverse invece per Ambrosini in scadenza di contratto («Nessuna novità, ma niente di drammatico: c'è solo una piccola divergenza su durata e stipendio») e per il rientrante Massimo Oddo («Se si aprono delle prospettive le valuteremo con lui»). Si parla di mercato si finisce, inevitabilmente, a parlare di quella che ormai Galliani ha ribattezzato "concorrenza sleale" della Spagna: «Se in Italia ci fosse la stessa fiscalità spagnola, il Milan avrebbe 40 milioni in più da poter spendere ogni anno, e anche in Inghilterra questo fatto inizia a farsi sentire», l'amara analisi del vicepresidente prima di ribadire l'assoluta incedibilità della società: «Il Milan non è in vendita, né con quote di minoranza, tantomeno con quote di maggioranza. Fly Emirates e Al Tayer sono nostri sponsor, ed è normale che ogni tanto qualche loro emissario venga a Milano e allo stadio».

E allora la soluzione per rilanciare l'economia rossonera potrebbe essere uno stadio di proprietà: «Se Milan e Inter traslocassero - ipotizza Galliani -, il comune perderebbe 8 milioni di euro all'anno di affitto», la crisi non risparmia nessuno.

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