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Ancelotti: «La politica ci ha danneggiato»

da Milanello

«Né calcoli né tabelle». Carlo Ancelotti ha un’idea tradizionale sul conto del Milan e del suo futuro in campionato. Le rimonte si realizzano senza annunci, ma con un passo alla volta. A cominciare da Bergamo, dove oggi c’è mezza difesa fuori uso. Ma non è questo il suo vero cruccio, nel giorno in cui festeggia i 5 anni di Milan. «In campo non c’è un occhio malevolo nei nostri confronti ma che sotto l’aspetto politico ci sia stata una penalizzazione maggiore nei confronti del Milan, è assodato» la sua denuncia che vale più di cento comunicati. Né Ronaldinho né follie sul prossimo calcio-mercato: questo è il nuovo slogan di casa Milan recitato ieri da Adriano Galliani, vice-presidente esecutivo che ne ha parlato a lungo a milanchannel dopo aver confermato la notizia di Ariedo Braida che è volato in Brasile per dare un’occhiata a quel campionato e per fermarsi anche in Argentina.
«Noi dobbiamo cercare un altro Kakà, se possibile» è l’obiettivo dichiarato del club rossonero la cui politica, in materia, è cambiata radicalmente come ha ripetuto lo stesso Galliani. «Il nostro modello deve diventare l’Arsenal e non invece il Chelsea» la semplificazione. Cioè bisogna “scovare” i potenziali campioni e lanciarli senza aspettare che diventino stelle del calcio europeo con una quotazione economica insopportabile per il bilancio. Di qui il passaggio all’affare Ronaldinho è diventato quasi obbligatorio. «Ronaldinho - ecco il parere di Galliani sull’argomento - andava preso quando era al Gremio oppure ai tempi del PSG non adesso che gioca nel Barcellona.

Sono operazioni folli che non stanno né in cielo né in terra» la dichiarazione che vale più di una smentita d’occasione.

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