«Ma anche» Il calcio è come al Colosseo E c’è anche chi dice che non aveva sentito

Claudio Ranieri, allenatore della Juventus, in tv si è lasciato sfuggire questa: «Non c’è peggior sordo di chi non sente». Parlava d’altro, ovviamente, però la sua involontaria interpretazione di un detto popolare cade a pennello per l’occasione. Dopo che è esploso il caso Balotelli sono arrivate dichiarazioni a raffica e il riassunto è questo: «Episodio da condannare, ma...». Perché, ormai è appurato, lo stadio è zona franca dalla civiltà, è il Colosseo moderno dove possiamo sfogare le nostre pulsioni. E dove il razzismo è solo un mezzo per farlo e non il fine di cui gli stessi che erano a gridare all’Olimpico di Torino accusano chi si permette, ad esempio, di chiedere più regole per l’immigrazione. Siamo così, insomma (un lettore ci ha fatto notare che sul dizionario «negro» non è un’offesa), e lo siamo a tutti i livelli, visto che perfino chi definisce come «vile» quanto successo durante Juve-Inter si affretta poi a parlare di diritti, quando forse - non si doveva dare un segnale? - sarebbe stato meglio fare la «presa di coscienza» senza ricorrere in appello dopo la sentenza del giudice sportivo.

Ma va bene anche questo, se non fosse che il presidente bianconero Cobolli Gigli ha pure detto che quei cori allo stadio non si sentivano e che la tv ha amplificato. Probabilmente è vero, ma in questo caso oltre che sordi sarebbe stato meglio restare muti.

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