Anche il Comune contro Penati: «Sui rifiuti sbagli»

Lettera dell’assessore Cadeo: «Il termovalorizzatore era nel piano, Milano diventerà una discarica». La Provincia costretta a rispettare il diktat di Verdi e Rifondazione

«Quel tuo piano provinciale dei rifiuti nasce già vecchio, cara Brembilla, e soprattutto condanna Milano e provincia a vivere nella “monnezza”». Abstract delle due paginette che l’assessore comunale al Verde, Maurizio Cadeo, invia all’assessorato all’Ambiente della Provincia di Milano. Nero su bianco, Cadeo, dichiara la contrarietà di Palazzo Marino alla decisione provinciale di «sbianchettare» il piano dei rifiuti ovvero di cancellare quell’impianto di termovalorizzazione che, attenzione, virgolettato della Provincia, era «la migliore combinazione possibile».
«Sorprendente» commenta Cadeo. Già, nella prima versione del piano provinciale dei rifiuti, l’amministrazione di centrosinistra guidata da Filippo Penati, non solo prevedeva «la necessità di un nuovo termovalorizzatore» ma lo valutava conveniente pure «economicamente». «Dopo aver rimarcato gli obiettivi della pianificazione - tra cui, contenimento della produzione, recupero della materia e annullamento del fabbisogno della discarica -, la Provincia» ricorda Cadeo nella lettera all’assessore Bruna Brembilla «segnala che lo scenario B, quello che prevede il termovalorizzatore, è il più conveniente economicamente». Anzi, «l’istituzione di via Vivaio afferma categoricamente che “lo scenario B è equivalente pure rapportato ad altre tre ipotesi, sia dal punto di vista energetico che emissivo”» ovvero «“la migliore combinazione possibile di tali fattori trova la sua collocazione ideale in uno scenario evolutivo prossimo al cosiddetto scenario B...”».
Ma a questo punto entrano in gioco i veti di Verdi, Rifondazione e Comunisti che impongono a Penati e Brembilla di cancellare quest’ipotesi, pur sapendo che Milano e Provincia nel 2011 dovranno soddisfare un ulteriore fabbisogno di capacità impiantistica termica pari a 507mila tonnellate all’anno. Necessità che Cadeo - come già Carlo Petra (direttore generale Amsa) e Massimo Buscemi (assessore regionale alle Reti) - traduce in un’immagine: «Le piazze di Milano diventeranno una pattumiera e i cronisti scriveranno pezzi di colore sulla Napoli del Nord». Immagine che, evidentemente, non dà fastidio a Verdi, Rifondazione e Comunisti e neppure a Penati e al suo assessore Brembilla.
«Altrimenti» annota Cadeo «non avrebbero proposto una versione del piano dei rifiuti dove salomonicamente concludono che “si ritiene di gestire la quota relativa ai rifiuti urbani attraverso il potenziamento e il rinnovamento degli impianti esistenti, per consentire il raggiungimento dell’autosufficienza senza aumentare il numero complessivo degli impianti di termovalorizzazione presenti nella Provincia di Milano”».


Certezza che fa venire l’orticaria a Cadeo, ex presidente di Amsa, che rivela un dettaglio: «Quando l’autosufficienza non si realizza, i rifiuti vengono spediti fuori provincia. E i costi sono a carico dei cittadini». Dettaglio che Penati non ha messo in conto, «prova di una scelta suicida».

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