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«Anche dall’Europarlamento non rinuncio al volontariato»

RomaLicia Ronzulli, com’è andato l’esordio all’Europarlamento?
«C’era molto fermento, sembrava di essere al primo giorno di scuola».
Tesa?
«Emozionatissima e consapevole della grande responsabilità che ho nei confronti degli italiani e di tutti coloro che hanno creduto in me».
Primo giorno di scuola. I suoi compagni di banco?
«Le postazioni sono assegnate in ordine alfabetico. “R”, Ronzulli: sono in penultima fila, scranno numero 748, di fianco all’austriaco Paul Rübig».
Un democratico cristiano. In che lingua vi parlate?
«Inglese, ma parla e capisce anche il francese».
E l’altro vicino?
«Una ragazza. Ma ci siamo scambiate soltanto qualche battuta. Non s’è fatta vedere molto in aula».
Ahia... Iniziano gli assenteisti. Lei?
«La mia sarà una presenza attivissima».
Lo dicono tutti, ma poi...
«Voglio rassicurare tutti: garantisco la mia presenza al 100 per cento. Ho preso l’aspettativa e non ho altri lavori. Il mio mestiere, ora, è far bene l’europarlamentare».
In che campo?
«Principalmente occupazione e affari sociali: difesa della famiglia, sviluppo del terzo settore e sanità. Su quest’ultimo fronte su cento regole che vengono decise in sede europea, settanta vengono recepite in Italia».
Lo sente terreno suo quello della sanità.
«In effetti lo è. E poi con l’età media che cresce sempre più, cresce anche la richiesta sanitaria. Non possiamo non essere pronti».
Che impressione ha avuto dell’europarlamento? Un impero della burocrazia?
«È presto per dirlo dopo quattro giorni: non abbiamo ancora iniziato a lavorare. Per ora s’è votato soltanto per i presidenti e i vicepresidenti delle prime dodici commissioni parlamentari».
Lara Comi vice della commissione per la protezione dei consumatori; Barbara Matera vice della commissione per i diritti delle donne. E lei?
«Sono contenta per loro. Sono una donna di partito che si rimette alle decisioni dello stesso. Io, forse, potrei avere la vicepresidenza della delegazione Acp, soprattutto per la mia attitudine verso i Paesi in via di sviluppo».
Che sarebbe l’Acp?
«Un’assemblea che riunisce i deputati europei e i parlamentari provenienti dagli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico».
E a quando l’investitura?
«Per adesso è una proposta del capo della delegazione italiana Mario Mauro. Si voterà a settembre».
Rosario Crocetta, suo collega del Pd, ha proposto di istituire una Commissione antimafia anche al Parlamento Ue. Favorevole?
«Per ora non mi sembra che ci sia nulla di ufficiale nella sua proposta. Ma su questi temi, in linea di principio, credo che tutti siano d’accordo».
In che rapporti è con i suoi eurocolleghi di sinistra?
«In Europa penso che si debba essere prima di tutto italiani. Per ora ci siamo incontrati soltanto una volta, in occasione della visita del ministro Andrea Ronchi alla delegazione italiana».
Mastella nega qualsiasi protesta ma in realtà s’è lamentato della diaria: 290 euro. Una miseria, giusto o troppo?
«Le giuro che non mi sono ancora posta il problema. Quello dei soldi non è assolutamente il motivo per cui sono qui. So che in passato la diaria era più alta».
Giusto limarla?
«Giusto utilizzare criteri di risparmio anche in Europa ma quello dello stipendio non è il mio principale pensiero».
Quanto prende un eurodeputato?
«Cinquemila e settecento euro netti al mese».
Più 4.400 euro per spese generali. Che sarebbero?
«Spese di segreteria, di cancelleria, dell’affitto per chi necessita di ufficio in Italia».
De Magistris e Mastella, l’indagatore e l’indagato: si sono incrociati a Strasburgo?
«Le assicuro che non ci ho fatto caso».
Volontariato addio?
«Assolutamente no, non lo abbandonerò mai. Continuerò a darmi da fare per il Bangladesh, compatibilmente con l’impegno da europarlamentare».
Allora sarà dura riuscire ad andare laggiù.
«Si può fare volontariato anche dall’Italia.

Con la mia associazione, ad esempio, potrei impegnarmi nella divulgazione e nella promozione dell’utilizzo dell’acido folico in gravidanza oppure nell’informazione sulle malformazioni cranio-facciali».

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