Anche il digitale ha fascino con gli accessori più smart

Claudio Barbagallo, titolare di Feder, spiega il successo del mercato di cover e affini: «Design e qualità dei materiali. E soprattutto devono essere inimitabili»

Se vi capita di andare in una fiera di tecnologia di quelle più importanti, vi capiterà di imbattervi in decine e decine di stand che presentano accessori per accessori, smartphone e similari. Qual è la differenza? Forse il fatto di averci pensato prima, ad esempio nel 1991, ovvero quando i telefonini erano ancora una cosa da marziani. Claudio Bargaballo lo ha fatto ed oggi è il titolare di una delle aziende di accessori hitech più famose d'Italia, la Feder, sede catanese a Tre Castagni di 1000 metri quadrati più altri 1000 per showroom e centro congressi: «Partii per Las Vegas a vedere il Ces, comprai un sacco di materiale per poi scoprire che nel negozio accanto lo avrei pagato meno. Errori di gioventù. Un anno e mezzo dopo andai in Estremo Oriente e cominciò l'avventura di Feder».

Che oggi è il fornitore di punta di marchi come Pollini, Alitalia e Blue Panorama, nonché di squadre di calcio come Catania, palermo e Milan. Nonché partner unico di H3g, ovvero di «3». E dunque ecco appunto la differenza, che Barbagallo spiega così: «Questo è un settore dove la qualità è determinante, soprattutto in un Paese come il nostro dove il mercato degli accessori è tra i primi al mondo. Le faccio un esempio. Ua custodia di smartphone può essere fatta in 3 modi: con la colla, e ai primi caldi si squaglia; con le cuciture che sembrano vere e che poi vedi che sono stampate su fodera; con un lavoro artigianale e unico. Ecco, molti concorrenti scelgono i primi due metodi, noi assolutamente il terzo. E le dirò di più: noi creiamo di nostro pugno il design dei prodotti e i pezzi che nascono sono unici e inimitabili. Riconoscibili insomma».

Ma qual è dunque il segreto del successo di un'azienda così? «Come detto è importante il fattore design, con il quale andremo tra qualche mese all'assalto anche dei mercati esteri. Però soprattutto eleganza nei dettagli e innovazione, perché in Italia il consumatore è attentissimo e vuole le cose più aggiornate». Ad esempio, dice Barbagallo, la cover con caricatore incorporato per vari modelli di punta, tra i quali quelli marchiati Apple e Samsung. «Abbiamo fatto uno studio, siamo andati in Giappone a prendere delle celle in polimeri di litio e le abbiamo portati in Cina per l'assemblaggio. Il risultato è Jambo: solo 65 millimetri di spessore e 85 grammi di peso per una batteria da 3000 mAh, cioè il massimo. Una cosa così ce l'abbiamo solo noi».

Insomma, ecco perché ad ogni fiera si presenta un plotone di aziende di accessori.

Ed ecco perché però poi emergono marchi come Feder: «Curiamo ogni passaggio produttivo nei minimi particolari e ascoltiamo i bisogni del mercato. In più facciamo anche dei corsi in sede per formare nuovi specialisti del settore. Insomma, un lavoro a 360 gradi nella filosofia creativa del made in Italy». Che poi, alla fine, fa appunto la differenza.

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