(...) i giovani che hanno rimpolpato le fila del corteo partito ieri mattina da piazza Caricamento per attraversare le vie di Genova ed arrivare davanti alla direzione scolastica regionale di via Assarotti. Nel mirino la riforma scolastica firmata da Maria Stella Gelmini e contro i tagli ai fondi per la scuola pubblica. Al grido di un originalissimo: «El pueblo unido jamás será vencido», il corteo si è districato tra le vie di Genova. I nipotini ingrati dei rivoluzionari sessantottini hanno fatto sentire la loro voce per dire un no, senza se e senza ma, ai tagli all'istruzione.
Il tenore della protesta si capisce facendo un giro tra i manifestanti. «Perché sei qui?». «Per manifestare contro chi minaccia il nostro futuro - spiegano dal corteo - per dire no ad un futuro precario. Non vogliamo la pensione da casalinghe!». Così i nostri rivoluzionari mancati, strappati al loro destino di capipopolo per un tragico scherzo di tempistiche, misti a qualche imbucato che pur di saltarsi una mattinata di latino e greco era disposto a sposare qualunque causa, hanno raggiunto l'ex provveditorato. Qualcuno aveva anche portato una bara di cartone per celebrare un ideale funerale all'istruzione. Alla guida del corteo però, sorpresa delle sorprese, non un genovesissimo rappresentante d'istituto e neanche uno studente conscio dei problemi della Genova scolastica. Tito Russo, coordinatore attempato degli studenti con un look più da centro sociale che da aula di scuola, ha un accento vagamente romano e, a chi glielo chiede, dice con un mezzo sorriso che non è di Genova, accompagnando le parole con un netto e rafforzativo scuotimento della testa. «Io seguo la Liguria - spiega il giovane che, da qualche ricerca su internet risulta figurante di tante manifestazioni a tema scolastico - sono qui per lanciare un appello agli studenti liguri di ogni ordine e grado perché si riuniscano con noi». Poi la proposta. «Siamo contro questo sistema vetusto delle lezioni frontali - continua Russo, sfoggiando invece un lessico d'avanguardia - Tramite le mobilitazioni vogliamo creare delle commissioni paritetiche permanenti che partecipino alla creazione dei piani di studio per le scuole pubbliche, per creare un'alternativa credibile a questo sistema che non arriva né dal Governo né dall'opposizione».
E a chiudere la giornata con un'altra stoccata alle opposizioni ci s'è messo anche Don Gallo che,nel pomeriggio, alla manifestazione contro i tagli al welfare previsti in finanziaria, ha bacchettato Tursi. «Servizi sociali senza soldi? -ha detto il Don rispondendo all'intervento di Roberta Papi - ma se siamo il comune più ricco d'Italia! I soldi ci sono! Tirateli fuori».
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