Anche Futuro e libertà fa sponda a Scajola

L’editoriale di Claudio Scajola sul sito della Fondazione Colombo non poteva che scatenare ulteriori reazioni all’interno del Popolo della Libertà. Tantissime quelle a livello nazionale esternate ieri dai big del partito, ma tante anche quelle a livello locale che però vengono fatte sottotraccia senza dichiarazioni pubbliche dalle quali cercando di astenersi sia quella fetta del partito fedele all’ex ministro sia quelli che, invece, non seguirebbero quello che è sempre stato riconosciuto come il leader ligure del Popolo della Libertà.
Nello «strappo» di Scajola dall’attuale stato del Pdl con l’idea di formare i gruppi a Camera e Senato di «Azzurri per la Libertà», l’ex coordinatore nazionale di Forza Italia trova la sponda del coordinatore ligure di Futuro e Libertà Enrico Nan: «Si tratta di una chiara presa di distanza dall’attuale conduzione del partito di maggioranza relativa e dell’ennesimo intervento che conferma l’intelligenza politica e l’onestà intellettuale di Claudio Scajola» scrive in una nota Nan che con Scajola ha lavorato sia in Forza Italia, sia nel Pdl. Lo stesso coordinatore di Fli spinge anche sulla necessità di un confronto tra il partito di Fini e l’ala moderata del Popolo della Libertà anche in Liguria: «Mi auguro si apra una nuova stagione in cui ci sia la possibilità di confrontrasi nel rispetto reciproco. Credo che il comune denominatore di questo auspicabile confronto debba essere proprio l’onestà intellettuale: quella che Scajola ha sempre dimostrato di possedere».
A favore del ritorno sulla ribalta politica dell’ex ministro allo sviluppo economico si è schierato anche Andrea Cevasco uno dei fondatori di «Liguria Moderata», il movimento politico nato qualche settimana fa tra un gruppo di professionisti e politici liguri che in passato avevano aderito alla Lista Biasotti: «L’onorevole Claudio Scajola non è gradito a Pdl e Lega che invece gradiscono Dell’Utri, Previti e Cosentino nel parlamento italiano - argomenta Cevasco -. Una cosa va chiarita: Scajola ha sempre lavorato per costruire un partito unito e radicato sul territorio fondato sulla partecipazione e sulla democrazia interna. Invece oggi il Pdl non è diventato uno strumento organizzativo funzionante: per far sì che l’intuizione del Popolo della Libertà divenga realtà bisogna lavorare perché non abbiano titolo di far parte del Governo Berlusconi solo transfughi e peones».


Quanto ai parlamentari liguri che potrebbero seguire il progetto «Azzurri per la Libertà» sembra possano essere tutti quelli che hanno già aderito alla Fondazione Colombo con una eventuale difficoltà tecnica per Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli che ricoprono incarichi diretti all’interno del Pdl e, a quel punto, dovrebbero dimettersi.

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