Pietro Balducci
da Milano
Che sia di sinistra, nessuno lo mette in dubbio. Che sia competente, pure. A Mario Virano, scelto dal governo Prodi come commissario straordinario per losservatorio Tav, lente che valuterà gli aspetti ambientali, sanitari ed economici relativi alla Torino-Lione, certo non avrà nuociuto quella tessera con la falce e martello che teneva in tasca 25 anni fa, quando faceva politica attiva a Torino insieme a Piero Fassino e Sergio Chiamparino, suoi compagni nella segreteria locale del Pci. L«ala degli amministratori» del Partito comunista torinese negli anni 80. Fassino e Chiamparino hanno fatto carriera allinterno del partito, Virano ha scelto la strada del tecnico-manager. La tessera dice di non averla più, ma «il cuore, certo batte da quella parte», come ha dichiarato quando è spuntato il suo nome per la carica di presidente dellosservatorio.
Riuscirà Virano a fare digerire la nuova ferrovia ad Alta velocità agli abitanti della Val di Susa senza fare scoppiare di nuovo la guerra con le varie giunte rosse locali e la forte componente ambientalista del governo Prodi? «Ho i miei dubbi» spiega William Casoni di Alleanza nazionale, ex assessore ai Trasporti del Piemonte nella giunta Ghigo. «Certo, si tratta di una persona molto competente, forse la migliore che il centrosinistra potesse esprimere dal punto di vista professionale. Però è indubbiamente molto legato alle logiche politiche dei Ds e ai partiti di sinistra. Temo, quindi, che non darà molto impulso allAlta velocità. Portare avanti concretamente il progetto del tunnel nella Val di Susa metterebbe in crisi seria il centrosinistra, ecco perché sono scettico. Un indipendente avrebbe potuto fare di più e meglio. Comunque, staremo a vedere». Roberto Cota, segretario della Lega Nord Piemonte, è meno diplomatico: «Virano? È solo un commissario politico».
Certo, la carriera del manager ex Pci merita attenzione: 62 anni, laurea in architettura al Politecnico di Torino e poi una miriade di incarichi professionali, da collaboratore della rivista Casabella quando era un giovane architetto di belle speranze - a rappresentante italiano nel Comité de Transport Public des Communautés Européennes. Poi, a fine anni 90, gli incarichi più «pesanti»: dal 1998 al 2002 amministratore delegato della Sitaf, la società di gestione dellautostrada del Frejus, quella che attraversa in due la Val di Susa e, dal 2002, consigliere di amministrazione dellAnas. Il passaggio fra le due società non è stato del tutto indolore. Almeno a leggere il testo dellinterpellanza del Senato del 27 marzo 2002, firmatari i senatori di sinistra Donati, Crema, Brutti e Fabris, indirizzata allallora ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi.
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