Anche gli immigrati regolari fanno il tifo per Berlusconi

RomaAbbattuto un altro cliché: dopo l’operaio che, appesa la falce e il martello al chiodo, sale sul Carroccio, adesso l’immigrato stravolge un altro pregiudizio. Non è vero che si butta o si butterebbe tra le braccia della sinistra, anzi. Il Cavaliere conquista anche gli stranieri. Lo dice un’analisi della fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) che da sempre scandaglia il mondo dell’immigrazione in Lombardia. Hanno fatto girare un questionario nella regione più multietnica d’Italia (900mila stranieri), ponendo domande sulla collocazione politica di cittadini divenuti italiani ma anche di chi ha solamente il permesso di soggiorno. E il luogo comune per cui la marea di badanti, operai, ma anche senza lavoro, se potessero votare starebbero a sinistra, s’è disintegrato sotto i colpi delle risposte. In una ipotetica scala tra zero a 10, dove zero significa sinistra e 10 destra, la maggioranza ha detto 4,8. Il che non vuol dire che sarebbero tutti fan di Casini e dell’Udc ma che molti non si sentono particolarmente tutelati da Bersani & Co. Come mai l’appeal dei democratici non attacca? La risposta, per molti sociologi, Ilvo Diamanti in testa, sta anche nella nazionalità dell’intervistato. In Lombardia la maggioranza degli immigrati arriva dai Paesi dell’est, zone in cui il rosso è la tinta del sangue e della paura piuttosto che della speranza. La galassia straniera è composta soprattutto da romeni, prima comunità in Italia, seguiti dagli albanesi, quindi dagli ucraini e dai moldavi. Già nel 2005 Diamanti avvertiva: «Provate a chiedere agli immigrati romeni se votano a destra o a sinistra e vedete cosa rispondono: per loro sinistra è uguale a Ceausescu». Un incubo.
Il percorso logico per cui molti stranieri sono attratti dalla destra, secondo un ricercatore dell’Ismu è invece un po’ più complesso. Per Alessio Menonna, contattato dal Sole 24Ore, l’immigrato farebbe il seguente ragionamento: «I media ci dipingono criminali ma in realtà non lo siamo, anzi. Anche noi siamo per la legalità e siamo più vicini ai partiti che della legalità ne hanno fatto una bandiera». E anche un giornalista di Internazionale conferma: neri, marocchini, albanesi, romeni votano per Berlusconi. E le recenti uscite di Fini sulla generazione Balotelli sembrano aver regalato al presidente della Camera una montagna di consensi proprio tra gli stranieri. Sentono dire che lui vuole dare più diritti e più velocemente ai loro figli: bene. E non è neppure di sinistra, il nuovo faro del multiculturalismo. Lo percepiscono vicino perché è piaciuto un sacco quel discorso tutto basato sul paragone di quando eravamo noi a cercar fortuna all’estero: «La vera sfida di civiltà è come far sentire italiani i figli degli immigrati. È un’illusione pensare che gli extracomunitari tornino nella loro terra perché hanno lo stesso desiderio che avevano i veneti quando con la valigia di cartone cercavano lavoro in Germania e in America e ogni mese mandavano i soldi a casa». Bingo: è lui il Malcolm X in giacca e cravatta. E Bossi, che pure aveva firmato con Fini la legge che regolava l’apertura delle porte di casa nostra? Bossi no, proprio non va giù. Ma proprio perché è così intransigente gode di una sorta di «giustificazionismo».
La sinistra, invece. La sinistra, in passato, ha chiacchierato molto ma agito poco per gli stranieri.

Prodi resta il politico meno amato perché non ha fatto nulla per migliorare la situazione degli immigrati. Berlusconi invece piace perché è ricco ma s’è fatto da solo, è l’incarnazione del sogno che s’avvera, è il self made man, è il politico che fa.Insomma, «Meno male che Silvio c’è» anche per loro.

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